- La Rappresentanza Sindacale Unitaria del cantiere navale di Sestri Ponente (Genova) del gruppo Fincantieri sollecita una diversificazione della produzione dello stabilimento per scongiurare il fermo dell'attività quando tra sei mesi verrà consegnata l'ultima nave da crociera attualmente in corso di costruzione.
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- In una nota la RSU ha ricordato che in seguito alle lotte dei lavoratori dei mesi scorsi Fincantieri è stata costretta a ritirare un piano industriale che prevedeva la chiusura dei cantieri di Sestri Ponente, Castellamare di Stabia ed il ridimensionamento dello stabilimento di Riva Trigoso e che, dopo mesi di pressioni condotte dai lavoratori e dalle istituzioni locali, finalmente alla fine di luglio è stato definito l'accordo di programma sul cosiddetto “ribaltamento a mare” del cantiere genovese, pur con i dubbi sui tempi di realizzazione e destinazione finale dell'opera.
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- I rappresentanti dei lavoratori, inoltre, hanno ricordato che oggi 250 lavoratori del cantiere di Sestri Ponente ed un numero imprecisato, ma che sicuramente supera il migliaio, di lavoratori delle ditte di appalto sono fuori dalla produzione e che, quando a marzo del 2012 verrà consegnata l'ultima nave attualmente in produzione (una nave extralusso per l'armatore Oceania), il cantiere si fermerà completamente.
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- «In questa situazione - ha sottolineato la RSU - aumenta l'incertezza ed abbiamo capito che l'unica commessa certa ad oggi è la cassa integrazione. Proprio perché capiamo e sappiamo che la crisi mondiale ha portato ad una drastica riduzione degli ordinativi delle navi da crociera, richiediamo una diversificazione del prodotto nave».
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- «La storia del cantiere - hanno spiegato i rappresentanti dei lavoratori - è fatta di navi di ogni tipo, offshore, traghetti, gasiere, chimichiere ad alto contenuto tecnologico ecc. Oggi esistono le professionalità e le competenze per fare tutto questo senza sospendere la produzione nel periodo dei lavori per il “ribaltamento”».
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- «Sarebbe delittuoso ed inaccettabile - ha concluso la RSU - disperdere un prezioso patrimonio umano e professionale. Pertanto lo sforzo che chiediamo all'azionista, il governo, è di investire sul lavoro e combattere la inoperosità. Se in tempi brevi non avremo risposte serie riprenderemo la lotta con ancora maggiore determinazione».
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