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CISL Friuli Venezia Giulia difende il progetto di UniCredit per il superporto Trieste-Monfalcone
Dobbiamo tutelarlo - ha spiegato il segretario generale del sindacato Fania - «dall'inerzia delle istituzioni, da chi continua a lavarsene le mani, a partire dalla Provincia di Gorizia, e prima che altri ce lo scippino»
26 settembre 2011
L'unione sindacale regionale del Friuli Venezia Giulia della CISL ha lanciato un appello per dire «no ad un tavolo anti-crisi, sì ad un tavolo per la crescita». Nel corso della riunione odierna del Dipartimento Industria dell'organizzazione sindacale, la CISL ha messo al centro della sua azione alcune idee di sviluppo, prima fra tutte quella del superporto, il progetto presentato dal gruppo bancario UniCredit ( del 5 maggio 2011).
«Dobbiamo difendere il progetto UniCredit - ha spiegato il segretario generale per il Friuli Venezia Giulia della CISL, Giovanni Fania - dall'inerzia delle istituzioni, da chi continua a lavarsene le mani, a partire dalla Provincia di Gorizia, e prima che altri ce lo scippino».
Secondo il sindacato, «a rischio è il futuro di questa regione», con una maggioranza «ancora poco attrezzata rispetto al futuro» ed una opposizione «che latita e non riesce a fare, nemmeno nelle commissioni nazionali ed in sede europea, una forte attività di pressing».
Fania ha invitato tutti a ragionare di Trieste, Monfalcone e San Giorgio come un unico porto e ad avere, il presidente dell'Autorità Portuale di Trieste Marina Monassi in testa - ha aggiunto - una visione più ampia della portualità.
L'organizzazione sindacale ha auspicato inoltre che si intervenga su altri assets strategici come, ad esempio, la drastica riduzione delle multiutility, la costituzione di un'Agenzia unica per le strade, la revisione sostanziale di tutti gli strumenti e bracci operativi della Regione.
«Dobbiamo reperire in un momento difficilissimo - ha concluso Fania - tutte le risorse possibili per rilanciare la crescita del Friuli Venezia Giulia, puntando ad un modello di sviluppo serio e concreto, ma anche a processi di liberalizzazione, riforme amministrative ed istituzionali, occupandoci al contempo di preservare la specialità del Friuli Venezia Giulia. Specialità che va usata non per pietire, ma come come leva e vera occasione per costruire un nuovo progetto di futuro».
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