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La Commissione Europea boccia il piano di ristrutturazione SeaFrance
È una decisione - ha commentato il ministro dei Trasporti francese, Thierry Mariani - «difficile da capire»
25 ottobre 2011
La Commissione Europea ha bocciato il piano di ristrutturazione della compagnia di navigazione SeaFrance, filiale del gruppo ferroviario pubblico francese SNCF, che opera un servizio traghetto sulla rotta Calais-Dover. La Commissione ha spiegato che, nonostante le intense trattative durate un anno con le autorità francesi e la proroga concessa sino al 19 ottobre con l'obiettivo di trovare una soluzione, è stato necessario trarre la conclusione che SeaFrance non ha contribuito a sufficienza a finanziare il suo piano di ristrutturazione e che, pertanto, l'aiuto alla compagnia notificato lo scorso febbraio dalla Francia all'UE non è compatibile con le norme comunitarie sugli aiuti di Stato.
Inizialmente il piano di ristrutturazione includeva la ricapitalizzazione di SeaFrance per 223 milioni di euro da parte del socio unico SNCF, che ha sua volta è interamente di proprietà dello Stato francese. La Commissione ha rilevato che nell'ambito di questo piano il contributo di SeaFrance ai costi di ristrutturazione era inferiore al 5% e non pari invece al 50% come previsto dalle norme UE. Successivamente, dopo l'apertura di una procedura in sede comunitaria, le autorità francesi avevano ridotto l'apporto alla ricapitalizzazione da parte di SNCF a 166,3 milioni di euro e avevano comunicato che SNCF avrebbe erogato un prestito di 99,7 milioni di euro per completare il finanziamento del piano di ristrutturazione.
Tuttavia, secondo Bruxelles, le autorità francesi non sono state in grado di dimostrare che il contributo finanziario della compagnia, che dal 30 giugno 2010 è in amministrazione controllata, è esente da aiuti di Stato e che riflette piuttosto la fiducia dei mercati sulla sua redditività futura. È un quadro - ha osservato la Commissione - che rende necessario il contributo di un investitore esterno per sostenere il piano di ristrutturazione, limitare gli aiuti al minimo e dimostrare la fiducia dei mercati in un ritorno alla redditività, investitore che sinora le autorità francesi non sono state in grado di trovare. La Commissione ha ricordato che, infatti, le norme comunitarie consentono di approvare aiuti al salvataggio e alla ristrutturazione soprattutto se il destinatario degli aiuti sta contribuendo con risorse proprie con l'obiettivo di “dimostrare che i mercati (proprietari, creditori) credono nella possibilità del ritorno alla redditività entro un periodo di tempo ragionevole”.
«Il mio staff ed io - ha spiegato Joaquín Almunia, vicepresidente della Commissione UE e responsabile della concorrenza - abbiamo lavorato senza sosta per trovare una soluzione equa sia in termini di concorrenza che di occupazione. Ma i dati presentati dalle autorità francesi, purtroppo, non possono contribuire a rimuovere i dubbi sul reale contributo di SeaFrance al piano di ristrutturazione».
Il ministro dei Trasporti francese, Thierry Mariani, ha dichiarato che «la decisione della Commissione, le cui conseguenze sul piano sociale sono pesanti, è difficile da capire». Da parte sua Almunia ha sottolineato che «la Commissione sarà naturalmente attenta alle conseguenze sociali di questa decisione e renderà disponibile alla Francia gli strumenti a disposizione in questo settore».
È atteso intanto in queste ore il pronunciamento del tribunale commerciale di Parigi sulla procedura fallimentare e quindi sul futuro di SeaFrance, che potrebbe essere posta in liquidazione.
Ricordiamo che quest'estate i gruppi DFDS e Louis Dreyfus Armateurs (LDA) hanno avanzato un'offerta per acquisire alcuni assets di SeaFrance ( del 26 luglio 2011). Tra le ipotesi avanzate dal sindacato francese Confédération Française Démocratique du Travail (CFDT) per scongiurare la liquidazione della società, oltre alla vendita a DFDS-LDA, figura anche la cessione della compagnia ad una Scop, una società cooperativa e partecipativa costituita dai dipendenti della compagnia.
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