- Presentando nei giorni scorsi il nuovo disegno di legge sulla portualità regionale, che accentua il ruolo della Regione quale promotrice dello sviluppo del settore ( del 21 ottobre 2011), senza dubbio il governo dell'ente regionale del Friuli Venezia Giulia «ha osato, sfruttando appieno le competenze che derivano dalla propria autonomia statutaria». Lo ha detto oggi all'Università di Udine l'assessore regionale friulano alle Infrastrutture, Riccardo Riccardi, partecipando, assieme alla parlamentare Debora Serracchiani, ad una lezione organizzata da Maurizio Maresca, docente di diritto internazionale e dell'Unione Europea presso l'ateneo friulano, sul tema de “La sfida del nuovo Corridoio Baltico Adriatico: il ruolo delle istituzioni europee e nazionali e della Regione Friuli Venezia Giulia”.
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- Si è trattato - ha confermato Riccardi - di «un atto di coraggio, certamente», ma - ha precisato - del tutto indispensabile «per governare un nuovo possibile sviluppo dell'intero territorio regionale: uno sviluppo che va gestito e non subìto».
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- L'assessore ha spiegato che, ottenuto dalla UE l'indispensabile risultato dell'inserimento del Corridoio ferroviario Baltico Adriatico tra i progetti prioritari che saranno finanziati dalla stessa Unione Europea, «una direttrice - ha sottolineato - secondo noi ora ancora più significativa, grazie alla decisione di Bruxelles di unire l'Alto Adriatico non solo ai porti della Polonia, ma anche a quelli, più a Nord, di Helsinki e delle Repubbliche Baltiche» (Tallinn in Estonia, Riga in Lettonia e Klaipeda in Lituania), era strategico - ha osservato Riccardi - “agganciare” le potenzialità competitive rappresentate dalle infrastrutture di questo Corridoio «alla competitività dei porti di Trieste e Monfalcone, che possono risultare appetibili solo con migliori servizi portuali e ferroviari e con l'ingresso di capitali privati».
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- «Dobbiamo attrarre nei nostri scali - ha concluso l'assessore - operatori e risorse finanziarie fresche ed a questo obiettivo punta il nuovo disegno di legge, a breve all'attenzione del Consiglio regionale. È in gioco il futuro strategico della nostra regione, non solo sviluppando nuovi traffici dai mercati emergenti ma, proprio grazie allo sfruttamento di questi flussi commerciali, per far convergere in questa area nuove produzioni industriali».
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