- La società di classificazione italiana RINA ha acquisito l'80% delle azioni di D'Appolonia, gruppo specializzato in consulenza ingegneristica che - come RINA - ha sede a Genova ed ha una rete di uffici italiani (a Roma, Milano, Viareggio, Napoli, Brindisi e Messina) e nel mondo (a Bruxelles, Podgorica, Pechino, Seoul, Cairo, Istanbul, San Pietroburgo e Abu Dhabi).
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- L'organico di D'Appolonia è costituito da oltre 580 persone, di cui circa 300 nel capoluogo ligure, e comprende ingegneri, specialisti e tecnici con qualifiche molto avanzate. Le competenze dell'azienda abbracciano vari campi dell'ingegneria: civile e strutturale, geotecnica, idraulica, meccanica, chimica, ambientale, elettronica, di processo e di rischio, ma anche i sistemi di trasporto e le telecomunicazioni.
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- L'acquisizione dell'80% del capitale azionario ha un valore prossimo ai 36 milioni di euro. Presentando stamani l'accordo tra le due aziende nel quartier generale del RINA, l'amministratore delegato della società di classificazione, Ugo Salerno, ha infatti confermato che la transazione riconosce a D'Appolonia un valore dell'azienda pari a 45 milioni di euro. Il restante 20% - ha precisato il presidente del Gruppo D'Appolonia, Giampaolo Vaccaro - rimane ai sei soci tra cui in precedenza era ripartito il capitale.
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- Il “corteggiamento” del RINA nei confronti di D'Appolonia è durato quattro anni. Vaccaro ha sottolineato che la sua società ha ricevuto manifestazioni d'interesse da altri importanti gruppi, tra cui la società di classificazione francese Bureau Veritas e quella americana ABS.
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- Tuttavia - ha spiegato Vaccaro - l'intenzione della società non è mai stata la vendita, ma di individuare le opportunità migliori per sviluppare ulteriormente D'Appolonia mantenendo e incrementando il know-how e l'organico dell'azienda, che peraltro aveva predisposto un piano interno di ulteriore crescita per accrescere il volume d'affari da 90 a 120 milioni di euro in tre anni sulla scia di un forte sviluppo che ha portato la società a registrare nel 2009 un valore della produzione pari a 45 milioni di euro che è salito l'anno successivo a 60 milioni per approssimarsi quest'anno ai 90 milioni.
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- Con l'acquisizione dell'80% di D'Appolonia la consistenza del gruppo RINA salirà ad oltre duemila dipendenti diretti e ricavi previsti per il 2012 pari a circa 300 milioni di euro.
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- Salerno ha confermato inoltre che D'Appolonia manterrà la propria autonomia. L'azienda continuerà ad essere guidata dall'attuale amministratore delegato Roberto Carpaneto e la sua attività si integrerà in modo complementare con quella del RINA pressoché senza sovrapposizioni: è una acquisizione - ha specificato - che non punta ad una crescita di volume, quanto all'attuazione di sinergie. D'Appolonia - ha precisato - entra nei progetti prima e dopo il RINA, cioè nella fase di studio di fattibilità dell'iniziativa e poi rientra in gioco a progetto terminato, mentre l'attività della società di classificazione si incentra sulla fase intermedia.
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- I mercati di riferimento di D'Appolonia sono l'Italia per il 48%, l'Europa per il 24,5% e l'Asia con il 22%. Tuttavia in ambito nazionale Vaccaro non intravede alcuna nuova opportunità: «l'Italia - ha rilevato - è un Paese che non investe da 20 anni. Sull'Italia - ha aggiunto - non punterei niente». Secondo il presidente di D'Appolonia, le migliori occasioni di business potranno essere colte in aree, come il Sud America, in forte crescita e dotate di risorse naturali in grado di stimolare lo sviluppo dei sistemi economico e industriale. Il principale settore di mercato verso cui indirizzare l'attività della società - hanno confermato Vaccaro e Carpaneto - continuerà ad essere quello dell'energia, sia del tipo tradizionale che nel settore delle rinnovabili, nonché gli altri comparti nei quali D'Appolonia in circa trent'anni di attività ha ottenuto il riconoscimento internazionale delle proprie qualificate competenze.
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