- I sindacati Cgil, Cisl e Uil hanno indetto per domani uno sciopero di 24 ore dei lavoratori del porto di Taranto per protestare contro la gestione del terminalista Taranto Container Terminal (TCT), la società di Hutchison Port Holdings (HPH) ed Evergreen che opera il container terminal al Molo Polisettoriale dello scalo pugliese.
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- Rappresentanti dei sindacati e delle istituzioni hanno confermato la propria partecipazione al sit-in in programma dinanzi alla direzione della società. «Presenza d'obbligo - ha spiegato il segretario generale della UIL regionale, Aldo Pugliese - per esprimere tutto il nostro sostegno nei confronti di un'iniziativa che dimostra come l'unica soluzione possibile sia, ormai, quella di prescindere dalla gestione dannosa e infruttuosa della TCT Hutchinson e, conseguentemente, dell'Evergreen, la cui inaffidabilità è ormai un drammatico dato di fatto».
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- Rinnovando la richiesta di un intervento della Regione Puglia, Pugliese ha ricordato che «qui si parla di 160 licenziamenti, che si sommerebbero ai 70 della Delta 1, ai 50 del turnover mai effettuato in oltre un decennio dalla TCT ed ai 12 dell'Evergreen Italia. Questa strada - ha evidenziato il rappresentante di UIL Puglia e Bari - porta a un solo traguardo: la rovina di uno scalo che, invece, dovrebbe rappresentare un naturale punto di riferimento nel Mediterraneo per l'Italia e l'Europa. La Regione - ha concluso Pugliese - si attivi celermente affinché le prospettive più negative non si concretizzino, dando soluzione alla situazione occupazionale dei lavoratori, ma soprattutto offrendo una programmazione seria per il rilancio dell'attività portuale, restituendo allo scalo ionico il ruolo che merita a livello internazionale e difendendo i cospicui investimenti, compresi quelli del CIPE, che qualora continuasse l'attuale gestione rischierebbero di andare perduti».
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- Ieri intanto il Comitato Portuale di Taranto ha deliberato all'unanimità di chiedere a TCT la revoca dell'avvio della procedura di mobilità e di aprirsi a trattative con le parti per rinegoziare la presenza della società terminalista nel porto pugliese.
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