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Il porto di Venezia si interroga sulle priorità per affrontare le sfide della crisi
Tra queste, assicurare l'accessibilità nautica ad almeno -12 metri fino ai terminal di Porto Marghera
2 dicembre 2011
Mentre si sta operando con investimenti per 45 milioni di euro entro il 2013 per l'infrastrutturazione e al recupero di 130 ettari di aree dismesse con un costo di acquisizione di 130 milioni di euro, è necessario assicurare l'accessibilità nautica ad almeno -12 metri fino ai terminal di Porto Marghera ed eventualmente raggiungere maggiori pescaggi per consentire l'ingresso in porto di navi di sempre maggiore stazza. Questa è una delle priorità per la sopravvivenza e la crescita del porto di Venezia, anch'esso alle prese con l'impatto di una crisi di cui agenzie marittime e imprese di spedizioni stanno pagando un conto salato con licenziamenti e fallimenti, che è emersa nel corso del meeting “Da affari di Porto a ... Porto degli Affari” tenutosi ieri presso l'hotel Bologna di Mestre e organizzato dall'International Propeller Club di Venezia.
Tali misure hanno l'obiettivo di consentire al porto di raggiungere oltre un milione di teu l'anno e, grazie anche al nuovo terminal per navi ro-ro a Fusina (Marghera), di generare nuova occupazione anche con la realizzazione della piattaforma d'altura a servizio del sistema Alto Adriatico che verrà posizionata a otto miglia nautiche dalla costa su un fondale di -20 metri e che sarà in grado di accogliere navi oceaniche sia petroliere che fullcontainer con sbarco e imbarco fino a 3.000 teu.
Nel corso dell'incontro il presidente dell'Autorità Portuale di Venezia, Paolo Costa, ha evidenziato come nello scalo lagunare a supplire le pesanti perdite nel traffico industriale e petrolifero sia stato l'incremento del porto commerciale, soprattutto nei container, che segna un sensibile trend di crescita così come quello del porto crocieristico, vero “fiore all'occhiello” della portualità mediterranea con ottime previsioni di crescita.
Costa ha sottolineato come il futuro del porto veneziano sia intimamente legato al suo ruolo in Europa, dove è già stato inserito tra gli 83 porti di primo livello rientrando così nelle strategie europee insieme con i porti del NAPA (North Adriatic Ports Association).
In merito alle prospettive di crescita del traffico crocieristico, il presidente della Venezia Terminal Passeggeri (VTP), Sandro Trevisanato, ha ricordato l'ipotesi progettuale di nuove banchine a sviluppo modulare in terraferma in località Dogaletto per ospitare navi di sempre maggiore stazza ed ha rimarcato il successo del terminal crocieristico veneziano che nei prossimi tre anni investirà oltre 32 milioni di euro, successo - ha precisato - che non va solo ascritto all'appeal offerto dalla città di San Marco, ma anche ai cospicui investimenti fatti nel corso di questi anni in termini di nuove strutture e di tecnologia applicata per dare maggiori garanzie in ordine ai tempi di imbarco sbarco e di logistica per navi e passeggeri. Trevisanato ha respinto l'ipotesi di eventuali aumenti di costi per i servizi portuali o del concorso da parte delle compagnie di navigazione con “tasse di scopo” sui crocieristi: costi, questi - ha spiegato - che potrebbero fare scomparire da Venezia alcune compagnie, che dirotterebbero le loro prue su porti concorrenti più competitivi.
Sulla sicurezza, la regolamentazione e la disciplina della navigazione nella laguna di Venezia è intervenuto l'ammiraglio Tiberio Piattelli, direttore del Compartimento Marittimo del Veneto e comandante della Capitaneria di Porto di Venezia, ricordando i vari sistemi informatici e radio-radar che garantiscono la navigazione ed i controlli.
Nella sua relazione Antonino Magro, comandante della Guardia di Finanza di Porto, Aeroporto e Interporto, ha informato come, nell'ambito di un sistema di “Port Community” già in essere nei porti del nord Europa, il sistema LOGIS già operativo a Venezia per il lato mare potrebbe essere integrato con l'informatizzazione avanzata nei processi portuali e la condivisione dei dati afferenti il traffico delle merci, sistema già applicato dopo un periodo sperimentale di quattro mesi con l'informatizzazione di un varco portuale.
«Da Affari di Porto a ... Porto degli Affari - ha concluso il presidente del Propeller di Venezia, Massimo Bernardo - ha tracciato una nuova roadmap per i destini del porto, ma l'impegno e la buona volontà di amministratori e imprenditori locali non basta per salvare un porto che ha di fronte a sé il grande interrogativo di quale sarà il suo futuro, nel quale l'avvento dell'economia globale ha sconvolto ogni previsione ed ogni certezza nel ruolo internazionale dell'intera portualità nazionale. La vera sfida - ha aggiunto - sta oggi nel saper guardare oltre la crisi puntando su una nuova cultura economica nella quale porti, ferrovie, autostrade, aeroporti, vie navigabili interne, il mondo produttivo, quello dei servizi e quello della finanza rappresentino un tutt'uno inscindibile di un “Sistema Italia” che sia in grado di operare in linea coi repentini cambiamenti dei mercati».
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