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Ipotesi realistiche, bizzarre e fantastiche per l'approdo delle navi da crociera a Venezia
L'Autorità Portuale rassicura le compagnie crocieristiche. Costa incontrerà il sindaco Orsoni «sicuro di trovare la soluzione che garantisca il bambino - le navi da crociera a Venezia - buttando l'acqua sporca dei fastidi che la crocieristica reca a Venezia anche se a fronte di grandi vantaggi»
12 dicembre 2011
Le dichiarazioni degli esponenti del nuovo governo italiano guidato da Mario Monti e dello stesso premier, in carica dallo scorso 16 novembre, sembrano talvolta improntate alla prudenza talvolta dall'esatto contrario, quasi fossero ispirate dalla precipitazione del momento. Sarà l'ansia di fare presto e bene. Questa è d'altronde la missione che è stata affidata al nuovo esecutivo dal presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano: ridare rapidamente credibilità alla solvibilità finanziaria dell'Italia e rassicurare i mercati.
È troppo presto per dire se questo obiettivo è stato conseguito. Certo è che le competenze di un governo vanno ben al di là di questo limitato ancorché impegnativo incarico. Fuori da questo binario ministri e presidente del Consiglio sembrano meno a loro agio, come quando venerdì il neo ministro dello Sviluppo economico, delle Infrastrutture e dei Trasporti, Corrado Passera, ha imputato l'emorragia di traffico che sta caratterizzando gli scali italiani di transhipment del Mezzogiorno alla scarsa bravura dei nostri porti ( del 9 dicembre 2011), dimostrando - com'è logico - di conoscere poco dell'argomento e probabilmente di essere del tutto all'oscuro dell'impatto della concorrenza operata dai nuovi porti della costa nordafricana sulla portualità italiana che si occupa di transhipment, più esposta ai rigori della globalizzazione.
Analogo ci appare lo spaesamento del neo ministro all'Ambiente, Corrado Clini, quando ha proposto di fare approdare le navi da crociera dirette a Venezia ad un terminal offshore, similmente a quanto progettato per le navi portacontainer e per le petroliere, accogliendo così una ipotesi che circola da tempo e che è stata recentemente ripresa dall'amministrazione comunale e dallo stesso primo cittadino Giorgio Orsoni, che ha però ipotizzato di trasferire le navi da crociera a Marghera, rimanendo all'interno della laguna.
Se a noi di inforMARE la scelta di far approdare full container e navi cisterna ad un terminal posto a 14 chilometri dalla costa sembra frutto di un difficile e precario compromesso tra le esigenze di garantire l'eco-sistema della laguna e il mantenimento della competitività del porto veneziano, la proposta di trasferire al terminal offshore anche gli approdi delle navi da crociera ci appare impraticabile e insensata. C'è il concreto rischio di porre fuori mercato una delle destinazioni crocieristiche più importanti del mondo.
A rassicurare le compagnie crocieristiche, evidentemente e verosimilmente stupefatte da una simile ipotesi, giunge una nota dell'Autorità Portuale di Venezia in cui si sottolinea che, «per la tranquillità delle compagnie di navigazione crocieristiche che scalano Venezia e degli altri operatori locali, regionali, nazionali e internazionali cointeressati al traffico marittimo passeggeri preoccupati per certe notizie apparse recentemente sulla stampa, l'Autorità Portuale di Venezia ribadisce di essere impegnata nella piena valorizzazione del terminal crocieristico di Venezia Marittima ottenuto dalla paziente trasformazione del vecchio porto merci oggi integralmente trasferito a Marghera». «Valorizzazione del terminal di Marittima - precisa l'ente portuale - che comprende la strategia “verde” di considerare definita l'espansione degli accosti in Marittima e di puntare alla mitigazione, fino all'eliminazione, del residuo inquinamento aereo, del moto ondoso, dell'inquinamento acustico, etc.»
«L'Autorità Portuale - prosegue la nota - è naturalmente attenta ad ogni suggerimento, soprattutto se proveniente dal Comune di Venezia con il quale condivide ogni potere urbanistico per il territorio di competenza atto a migliorare il servizio e a definire zone di eventuale futura espansione di terminal crocieristici, sulle quali questa Autorità Portuale avanzerà a breve sue proposte, che esclude comunque la possibilità di dedicare a questo scopo aree portuali di Marghera, stante l'impossibilità di condivisione dei canali lagunari di accesso, oggi totalmente assorbiti dal traffico merci fortunatamente in crescita».
«Su questi temi - conclude l'ente - il presidente dell'Autorità Portuale, Paolo Costa, incontrerà nei prossimi giorni il sindaco Giorgio Orsoni sicuro di trovare la soluzione che garantisca il bambino - le navi da crociera a Venezia - buttando l'acqua sporca dei fastidi che la crocieristica reca a Venezia anche se a fronte di grandi vantaggi».
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