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UCINA vara le Assise generali della Nautica
ASAMAR, a causa della tassa di stazionamento gli agenti marittimi del Lazio perderanno circa cinque milioni di euro
16 dicembre 2011
Stamani a Genova, presso la sede della Banca d'Italia, si è tenuta l'assemblea generale di UCINA Confindustria Nautica nel corso della quale il presidente Anton Francesco Albertoni ha lanciato le Assise generali della Nautica, un progetto che prenderà avvio oggi per concludersi nel maggio 2012.
L'associazione ha spiegato che nei gruppi di lavoro sarà dato ampio spazio al confronto e ai suggerimenti delle imprese, discutendo le priorità e le proposte più incisive per costruire l'agenda dei lavori di UCINA sui temi che stanno a cuore agli associati: ruolo dell'associazione e rappresentanza; strumenti finanziari e sostegno alle imprese; internazionalizzazione e competitività; comunicazione associativa; competitività internazionale; infrastrutture e portualità turistica; sviluppo del Salone Nautico organizzato da UCINA; cultura del mare; sostenibilità ambientale e innovazione.
In occasione dell'assemblea UCINA ha rimarcato l'attuale momento di difficoltà attraversato dal comparto della nautica, che vede il mercato interno pressoché azzerato. Se nel 2008, infatti, il divario fra la quota di fatturato della cantieristica per il mercato italiano e la quota di fatturato per il mercato estero era del 20% - ha spiegato l'associazione - nel 2010 tale differenza ha superato il 50% e si stima che per l'anno in corso tale divario potrà ulteriormente accrescersi.
Albertoni ha precisato che il progetto delle Assise generali della Nautica viene proposto proprio con la consapevolezza che, in momenti difficili come l'attuale, è necessario un impegno straordinario di tutti per confrontarsi e costruire un percorso condiviso a sostegno delle imprese.
Nel corso della riunione è stato fatto il punto anche sui risultati ottenuti da UCINA in merito alla tassa sulle imbarcazioni inserita dal governo nella manovra finanziaria. Riferendo sugli ultimi sviluppi, Albertoni ha specificato che l'associazione ha «sottoposto al Parlamento sei correttivi tecnici al provvedimento e ben cinque sono stati apportati al documento ora approvato alla Camera. Non possiamo - ha osservato il presidente di UCINA - che essere soddisfatti del ruolo svolto dall'associazione nel difficile compito di ricondurre a elementi di razionalità l'impatto della norma e far comprendere la volontà del comparto di non sottrarsi al dovere civile di partecipare attivamente ai sacrifici del Paese. Ma l'impegno dell'associazione - ha aggiunto - non si ferma qui e proseguirà incessantemente perché la disposizione venga tramutata da tassa di soggiorno - quale è attualmente - in tassa sul bene, onde evitare la fuga dalle acque italiane compromettendo gravemente il turismo nautico e le economie costiere. Da qui UCINA non deflette. Il governo - ha concluso Albertoni - non può continuare a non comprendere il valore economico del turismo nautico in Italia e dovrà ascoltarci se vorrà credibilmente parlare di sviluppo del Paese».
Intanto anche ASAMAR, l'associazione degli agenti marittimi del Lazio, ha fatto proprio l'allarme delle altre associazioni di categoria, nonché del presidente della Camera di Commercio di Latina Zottola e della Regione Lazio, Renata Polverini, ed ha auspicato una rivisitazione della tassa che non penalizzi tre comparti, turismo commercio e cantieristica, strategici per il Lazio.
A causa della tassa di stazionamento - ha sottolineato ASAMAR - gli agenti marittimi del Lazio perderanno circa cinque milioni di euro. Questo - ha denunciato l'associazione - è il danno per le loro aziende (direttamente riconducibile allo scalo della nave: ormeggio, rifornimento carburante, cambusa, riparazioni, allestimenti floreali, eventi) e da questo calcolo è esclusa la perdita dell'indotto commerciale frequentato da ospiti ed equipaggi dei grandi yacht (ristoranti, discoteche, acquisti di vestiti, gioielli prodotti alimentari tipici etc.).
È inevitabile - ha concluso ASAMAR - una perdita di oltre il 50% dei flussi crocieristici dei grandi yacht nel Lazio, con conseguenze anche sull'occupazione, e con un danno economico e di immagine enorme.
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