- Sul piano di riorganizzazione del gruppo navalmeccanico Fincantieri si è riaperta la spaccatura tra le principali organizzazioni sindacali italiane che sembrava progressivamente colmarsi nelle ultime settimane con prese di posizione unitarie nei confronti delle misure economiche adottate dal nuovo governo del primo ministro Mario Monti.
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- Ieri sera infatti, a conclusione dell'incontro presso il ministero del Lavoro, tra la direzione di Fincantieri, Fiom-Cgil, Fim-Cisl, Uilm, Ugl e Failms, il nuovo accordo sulla riorganizzazione dell'azienda è stato firmato da tutti ad esclusione della prima sigla sindacale, che non lo ha condiviso. «L'accordo - ha spiegato Fiom-Cgil - prevede un taglio del personale complessivo di 1.243 lavoratrici e lavoratori, per effetto del piano presentato dall'azienda, efficace in tutti i cantieri e sedi, a fronte di un progetto industriale insufficiente, che non contiene iniziative e investimenti adeguati ad affrontare e superare la crisi e a determinare la salvaguardia e il rilancio del gruppo. Un piano del tutto simile a quello presentato dalla direzione e successivamente ritirato nel giugno scorso, grazie alle lotte dei lavoratori ( del 3 giugno 2011, ndr)».
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- «In particolare - secondo Fiom-Cgil - il piano mette a rischio il futuro produttivo dei siti di Sestri Ponente e Castellammare di Stabia, per i quali, pur non essendo esplicitamente prevista la chiusura, c'è il disimpegno totale da parte di Fincantieri». «Tra i lavoratori dichiarati in esubero - ha rilevato la Federazione Impiegati Operai Metallurgici della Cgil - solo poco più di 200 possono contare su un accompagnamento alla pensione, alla luce delle normative recentemente modificate dal governo. Per il resto dei lavoratori è prevista la cassa integrazione a zero ore, senza ulteriore integrazione salariale rispetto a quelle già precedentemente previste, con la certezza di non poter rientrare più al proprio posto di lavoro».
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- «L'accordo di ieri - ha denunciato il coordinatore nazionale Fiom Gruppo Fincantieri, Alessandro Pagano - è in qualche modo peggiorativo rispetto al piano ritirato da Fincantieri nel giugno scorso». «Ci stupiamo - ha aggiunto - che il piano, che allora era stato bocciato da tutti compreso l'allora ministro, ora sia approvato da tutti».
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- La critica di Fiom-Cgil è rivolta soprattutto al governo e al ministro dello Sviluppo Economico, delle Infrastrutture e dei Trasporti, Corrado Passera. Il sindacato ha definito grave il comportamento dell'esecutivo «che non è intervenuto, come da tempo richiesto dalle organizzazioni sindacali e dalle istituzioni locali, per supportare adeguatamente la vertenza». «Nell'accordo che fu fatto il 3 giugno quando Fincantieri ritirò il piano - ha ricordato il segretario generale della Fiom, Maurizio Landini - era previsto un percorso che includeva il governo e che prevedeva di definire un nuovo piano industriale»; «al termine di questo confronto - ha aggiunto - era previsto che il ministero dello Sviluppo economico convocasse le parti. Questo nuovo governo, e in particolare il ministro dello Sviluppo economico - ha accusato - non ha fatto niente di tutto questo».
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- Landini ha spiegato che Fiom percepiva da tempo che si stesse operando per giungere ad un accordo separato: «Fincantieri - ha precisato - negli ultimi sei mesi ha agito scientemente per arrivare ad un accordo separato. Se gli accordi separati li iniziano a fare anche le aziende pubbliche - ha rilevato il dirigente sindacale - la cosa è preoccupante». Landini ha ricordato che nel piano industriale ritirato da Fincantieri a giugno si parlava di 1.125 esuberi, ma si arrivava a 2.500 perché si precisava che i cantieri di Sestri Ponente e di Castellammare di Stabia sarebbero stati chiusi. Una cifra - ha rilevato - analoga a quella dell'accordo di ieri dato che dice che «i due cantieri in questione non sono considerati dentro gli esuberi, perché non chiudono, ma non si sa che cosa fanno e intanto sono in cassa integrazione».
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- Fiom-Cgil ha spiegato che illustrerà le ragioni del no all'accordo a lavoratrici e lavoratori del gruppo in assemblee che verranno convocate a partire da oggi» e che «deciderà inoltre, assieme a loro, le iniziative da intraprendere per scongiurare il pericolo che questo accordo possa determinare un progressivo ridimensionamento e la definitiva cancellazione di una delle aziende più importanti del Paese». La prima iniziativa del sindacato è stata di proclamare per oggi uno sciopero di due ore per tutti i lavoratori Fincantieri.
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- Per la Uilm, invece, l'accordo sottoscritto ieri dal sindacato «salvaguarda livelli occupazionali, cantieri e sedi, ma soprattutto apre prospettive di mercato al gruppo». «Non è un semplice accordo che si basa esclusivamente su applicazione di ammortizzatori sociali come la Cigs e la mobilità volontaria - ha precisato il segretario nazionale della Uilm, Mario Ghini, - ma di un vero e proprio piano che guarda al futuro industriale ed occupazionale. Infatti sono 50 i milioni di euro investiti dalla società cantieristica nell'anno in corso e gli altri 102 previsti per il prossimo biennio. Il gruppo nel piano di riorganizzazione in questione - ha sottolineato Ghini - ci mette risorse fresche e rafforza la propria struttura in settori come quello dell'ingegneria , della ricerca e sviluppo, del “post vendita”. Siamo soddisfatti dell'intesa sottoscritta».
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