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La Cgil genovese chiede a Cisl, Uil e istituzioni se sussiste un impegno univoco sul futuro del cantiere navale di Sestri
Il sindacato intende verificare prima dell'incontro con il ministro Passera «se esistono ancora le condizioni di una lettura comune della situazione»
29 dicembre 2011
In vista dell'incontro sulla riorganizzazione del gruppo navalmeccanico Fincantieri con il ministro dello Sviluppo economico, delle infrastrutture e dei trasporti, Corrado Passera, la Cgil - Camera del Lavoro di Genova ha inviato alle istituzioni locali e ai sindacati Cisl e Uil una lettera, che pubblichiamo di seguito, in cui il sindacato intende verificare prima dell'incontro «se esistono ancora le condizioni di una lettura comune della situazione» e - prosegue la missiva - «di un impegno altrettanto univoco» sul futuro del cantiere navale genovese di Sestri Ponente.
Nella missiva la Cgil genovese ha evidenziato che nella lettera dello scorso 14 dicembre al ministro Passera, comunemente sottoscritta da istituzioni e sindacati, «riferendosi all'Accordo di Programma sul cosiddetto “ribaltamento a mare” del cantiere di Sestri firmato l'estate scorsa, veniva sottolineata la necessità di una ridistribuzione dei carichi di lavoro fra i vari siti produttivi di Fincantieri al fine di evitare l'annunciata cassa integrazione per i lavoratori di quella realtà», mentre l'accordo sottoscritto lo scorso 21 dicembre, che non è stato firmato dalla Fiom-Cgil ( del 22 dicembre 2011), «evidenzia l'assoluta incoerenza tra quanto sottoscritto da Fincantieri nell'Accordo di Programma e le sue reali linee di indirizzo per il prossimo futuro». La Cgil genovese ha infatti sottolineato che, con il nuovo accordo, «il cantiere di Sestri Ponente viene dunque definitivamente escluso dalla costruzione marittima passeggeri».
Genova, 28 dicembre 2011
Al Presidente Regione Liguria
Claudio Burlando
Al Presidente Provincia di Genova
Alessandro Repetto
Alla Sindaco di Genova
Marta Vincenzi
Al Segretario Generale CISL
Antonio Graniero
Al Segretario Generale UIL
Pierangelo Massa
Nella lettera da noi comunemente sottoscritta il 14 Dicembre u.s. al Ministro Corrado Passera, riferendosi all'Accordo di Programma sul cosiddetto “ribaltamento a mare” del Cantiere di Sestri firmato l'estate scorsa, veniva sottolineata la necessità di una ridistribuzione dei carichi di lavoro fra i vari siti produttivi di Fincantieri al fine di evitare l'annunciata Cassa Integrazione per i lavoratori di quella realtà. Sempre con riferimento al citato Accordo di Programma, si richiamava la Fincantieri all'impegno assunto con la firma ad utilizzare i propri impianti durante lo svolgimento dei lavori di riempimento. In sintesi, obiettivi chiari e rispetto dell'Accordo firmato.
Concludevamo la lettera con la richiesta di un incontro al Ministro per affrontare il problema della distribuzione dei carichi di lavoro e del Piano Industriale.
Alla luce di queste posizioni, la lettura del Verbale di Accordo sottoscritto il 21 Dicembre u.s. nel Gruppo Fincantieri presso il Ministero del Lavoro, ed in particolare del Piano di Riorganizzazione Aziendale che ne è parte integrante, evidenzia l'assoluta incoerenza tra quanto sottoscritto da Fincantieri nell'Accordo di Programma e le sue reali linee di indirizzo per il prossimo futuro.
Il Punto 4 del Piano che va sotto il titolo di “Riassetto del sistema aziendale” determina “l'integrazione fra i siti produttivi dell'Adriatico destinata alla progettazione e costruzione delle navi passeggeri” e proseguendo che “i siti di Monfalcone, Marghera e Ancona mantengano la loro missione produttiva”. Il cantiere di Sestri Ponente viene dunque definitivamente escluso dalla costruzione marittima passeggeri che fino ad oggi è stata la sua attività principale ed il suo maggior patrimonio professionale.
All'Articolo 2 dell'Accordo di Programma (Oggetto dell'Accordo di Programma) si legge al contrario che tra le finalità dello stesso è la “realizzazione da parte di Fincantieri, nell'area ottenuta dal riempimento dello specchio acqueo, di strutture produttive per le attività navalmeccanicheanche a carattere innovativo”. Anche all'Art. 3 dell'Accordo di Programma (Impegni dei soggetti sottoscrittori) Fincantieri ha ribadito con la firma questo impegno “ad utilizzare l'area ottenuta dal riempimento dello specchio acqueo” con “un piano di attività industriale che garantisca il mantenimento delle attività navalmeccaniche, anche a carattere innovativo”.
In chiusura del citato Punto 4, si fa accenno al sito di Sestri (accomunato a Castellammare) evidenziando le “ben note carenze infrastrutturali” e gli “specifici accordi a livello di MISE allegati in copia al presente documento costituendone parte integrante” concludendo che “l'Azienda conferma l'impegno, nelle more della realizzazione dei suddetti accordi, ad utilizzare i propri impianti per la costruzione di navi compatibili con il permanere di dette inefficienze sussistendo le condizioni di massima sicurezza, adeguata logistica e qualità”.
A queste condizioni l'unico sbocco produttivo possibile secondo l'Azienda è il “progetto PLASMARE” che “qualora si concretizzasse” comunque a condizione di un interesse e dunque di uno stanziamento economico delle Istituzioni locali e regionali, “favorirebbe significative ricadute produttive e occupazionali in entrambi i siti”.
Nel Punto 9 che costituisce assieme alle tabelle allegate il prospetto degli investimenti per il biennio 2012-2013, l'Azienda è se possibile ancora più esplicita circa l'effettivo destino riservato al cantiere di Sestri. Su un investimento complessivo di 102 mln di Euro allo Stabilimento di Sestri viene destinato l'importo di 0,4 mln (400.000) Euro per “solo il completamento delle attività avviate e la messa in sicurezza del cantiere”.
A fronte di ciò anche l'eventuale e remoto avvio del progetto PLASMARE appare contraddetto dalla stessa Azienda poche righe dopo nello stesso documento.
Nel già citato Art. 3 dell'Accordo di Programma (Impegni dei soggetti sottoscrittori), Fincantieri ha al contrario firmato che “La Fincantieri si impegna inoltre ad utilizzare i propri impianti durante lo svolgimento dei lavori di riempimento in relazione alle esigenze produttive, sempreché sussistano condizioni di massima sicurezza e adeguata logistica”.
Al di la di queste palesi contraddizioni che andranno comunque approfondite in sede di incontri istituzionali tra i vari soggetti sottoscrittori l'Accordo di Programma e sindacali per quanto di nostra competenza, l'immagine che ci consegna il Piano di Riorganizzazione Aziendale consegnato al Ministero del Lavoro a supporto dell'Accordo sulla CIGS del 21 Dicembre, è un Cantiere di Sestri privato della sua missione produttiva nel campo della costruzione navale, messo “in sicurezza”, cioè deserto per almeno il prossimo biennio, oggetto di un progetto di “ribaltamento” per sua natura incerto nei tempi di realizzazione e al termine del quale a seconda dell'interesse e del denaro stanziato dagli Enti Locali forse sarà possibile avviare la costruzione del progetto PLASMARE. In mancanza di ciò, a seconda delle condizioni di mercato del momento e/o della capacità di Fincantieri di collocarsi in nuovi settori (eolico, piattaforme offshore di vario tipo, ecc.) tutti comunque ben lontani dalla attività navalmeccanica e sicuramente altrettanto distanti dal poter garantire adeguati livelli di occupazione, paragonabili agli attuali, l'Azienda si riserva di decidere cosa fare del e nel cantiere.
Tutto ciò considerato, non ignorando le difficoltà di rapporti unitari che la sottoscrizione separata dell'Accordo del 21 Dicembre ha determinato, in vista dell'annunciato incontro con il Ministro Corrado Passera, intendiamo verificare preventivamente tra i soggetti sottoscrittori della lettera del 14 Dicembre, nei modi e nelle forme che riterrete più opportune, se esistono ancora le condizioni di una lettura comune della situazione e di un impegno altrettanto univoco sul futuro del Cantiere e rispetto alle richieste unitariamente già avanzate che dovranno essere discusse nell'incontro.
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