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Clini: proporrò alle compagnie di crociera un accordo per gestire le rotte in maniera sostenibile nelle zone di interesse ambientale
Monti (AP Civitavecchia): «la crociera rimane una vacanza sicura». Zaia (Regione Veneto): l'intenzione non è certo quella di boicottare la crocieristica, ma che occorra una riflessione è fuor di dubbio
17 gennaio 2012
Il tragico naufragio di Costa Concordia all'Isola del Giglio, che ha causato la morte di sei persone (mentre è ancora incerto il numero dei dispersi salito - secondo le ultime dichiarazioni - a 29), ha provocato una serie di reazioni sull'opportunità o meno di portare le grandi navi da crociera in aree sensibili dal punto di vista ambientale o della sicurezza.
Il presidente dell'Autorità Portuale di Civitavecchia, Pasqualino Monti, ha evidenziato che «la crociera rimane una vacanza sicura». «In questo momento così tragico - ha affermato - non è semplice dirlo, ma sono convinto che la crociera sia e rimanga una forma di vacanza sicura». Monti ha sottolineato che il porto di Civitavecchia, primo nel Mediterraneo per numero dei passeggeri, si schiera a difesa del mercato crocieristico, e specialmente dei «tanti uomini e donne che ogni giorno danno il meglio per garantire a milioni di turisti un prodotto unico per caratteristiche, per rapporto qualità-prezzo, per mix irripetibile di tradizione e innovazione».
Intervenendo alla trasmissione radiofonica “Nove in punto” di Oscar Giannino, nell'unirsi al cordoglio e alla preoccupazione per l'assurda tragedia della Costa Concordia, Monti ha annunciato lo sblocco di un progetto da tempo all'esame dell'Autorità Portuale per la realizzazione a luglio a Roma e Civitavecchia di un grande evento internazionale in grado di accendere positivamente i riflettori sul mercato delle crociere.
«Il porto di Civitavecchia, proprio per il suo ruolo leader nel Mediterraneo - ha rilevato Monti - è secondo noi chiamato a una funzione del tutto originale, non solo di capitale di traffico, ma anche di centro di diffusione di una cultura del turismo compatibile in Mediterraneo, che abbia quelle caratteristiche di sicurezza, ma anche di piena comprensione di una potenzialità storica e artistica unica nel mondo che deve trovare espressione negli itinerari delle navi».
Il presidente dell'ente portuale di Civitavecchia ha spiegato che l'evento in programma per l'inizio di luglio avrà proprio questa motivazione, «riaffermando nel contempo - ha aggiunto - il ruolo leader che l'Italia ha conquistato e ha tutto il diritto di difendere» nell'affermazione del turismo sul mare.
«Dal 2000 ad oggi - ha ricordato Monti - nel solo porto di Civitavecchia sono transitati oltre 15 milioni di crocieristi, nella massima sicurezza e tranquillità, sia a terra che a bordo. La tragedia del Giglio è un fatto isolato, dipeso, secondo quanto sta emergendo, da singole decisioni e comportamenti al di fuori di ogni logica e procedura che nulla hanno a che vedere con la crociera in quanto tale o con la sicurezza della nave. Per questo ci auguriamo che sia limitato l'impatto negativo su un settore così importante per l'Italia, in cui il Paese fa registrare punte di eccellenza lungo tutta la filiera».
Il ministro dell'Ambiente, Corrado Clini, che ieri si è recato ieri sul luogo del naufragio anche per un vertice alla prefettura di Livorno per fare il punto sui rischi ambientali, ha annunciato che, per evitare che disastri come quello avvenuto sabato all'Isola del Giglio possano ripetersi, «nelle prossime ore, sulla base delle norme esistenti e sulla base delle valutazioni che raccoglieremo, dovremo sicuramente mettere in atto una misura di prevenzione».
In merito alla situazione del relitto della Costa Concordia, il ministro ha spiegato che verrà dichiarato lo stato di emergenza «per consentire e attuare le misure necessarie in tempi rapidi, cioè corrispondenti alla sfida di evitare la dispersione in mare di oltre 2.000 tonnellate di carburante stivate nei serbatoi». «Abbiamo bisogno - ha aggiunto - di procedere con urgenza, in tempi più brevi di quelli consentiti dalle procedure ordinarie. Abbiamo chiesto alla compagnia di darci entro domani il piano di lavoro per svuotare i serbatoi ed entro 10 giorni quello per rimuovere la nave».
Clini ha confermato che c'è la possibilità di scivolamento della nave verso un fondale più profondo. In questo caso - ha affermato - l'ipotesi più percorribile sarebbe «tamponare la falla creata e portare la nave in linea di galleggiamento. Questo consentirebbe di trascinare la nave lontano dal punto in cui si trova ora, per operare. Ma al momento non siamo in grado di dire se questa opzione è praticabile». Il ministro ha osservato che se la nave scivolasse più a fondo purtroppo gli interventi sarebbero ancora più complicati: «se scivolasse senza rotture - ha precisato - si potrebbe operare ugualmente per il recupero carburante senza il pericolo di disastro ambientale. Ma il rischio è che scivolando ci possano essere delle rotture dello scafo e dei serbatoi e allora la situazione sarebbe veramente difficile». Clini ha rilevato che lasciare la nave sul fondale marino potrebbe essere un'altra ipotesi ma - ha ribadito - «siamo in una situazione in cui ci sono diversi scenari. Non siamo in condizione di dire quale è quello più probabile».
Tra le misure di prevenzione che il governo intende assumere per evitare che si verifichino altri disastri come quello della Costa Concordia, il ministro ha anticipato che proporrà alle compagnie di crociera «un accordo, un piano di lavoro e di comportamenti e gestione delle rotte in modo da gestirle in maniera sostenibile nelle zone di interesse ambientale». Già con la Regione Toscana - ha spiegato Clini - «abbiamo convenuto che le istituzioni nazionali valutino insieme le procedure possibili a legislazione esistente per regolamentare il traffico marittimo di fronte alle coste della Toscana. A legislazione vigente vuol dire utilizzando procedure che consentano la loro applicazione immediata».
Inoltre Clini ha nuovamente posto l'attenzione sull'opportunità di far arrivare le grandi navi da crociera nel cuore della laguna di Venezia. Il ministro ha reso noto che, per evitare che queste navi continuino ad arrivare fino al bacino San Marco, ha già parlato con il sindaco e il presidente dell'Autorità Portuale di Venezia: «ci stiamo lavorando - ha affermato - si tratta di un provvedimento amministrativo. Mi auguro proprio che non ci siano difficoltà. Il problema non è far arrivare le navi a Venezia - ha specificato - ma di non farle arrivare nel bacino San Marco».
Dello stesso avviso il presidente della Regione del Veneto, Luca Zaia: «lo dico da tempi non sospetti: il transito delle grandi navi, veri e propri condomini galleggianti, a Venezia e nel bacino di San Marco - ha concordato il governatore - è un problema che va affrontato, perché il nostro primo obbligo è quello di salvaguardare l'integrità di una città unica al mondo e la vita delle persone».
A margine dell'audizione di una delegazione della 13° Commissione permanente del Senato in materia di riforma delle legge speciale per Venezia, tenutasi ieri in Prefettura, Zaia ha precisato che l'intenzione non è certo quella di boicottare la crocieristica: «ma che occorra una riflessione, individuando e valutando soluzioni logistiche alternative - ha spiegato - è fuor di dubbio».
«Certo - ha concluso il presidente dell'ente regionale - queste navi a Venezia sono rimorchiate e quindi in qualche modo controllate, ma il pericolo c'è tutto».
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