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- Asamar Lazio, l'associazione regionale degli agenti marittimi, denuncia i gravi danni che il blocco dei Tir sta creando anche in Lazio. Per dare un esempio - ha spiegato il presidente dell'associazione, Giannandrea Palomba - al Centro agroalimentare di Roma, che rifornisce quasi metà dei volumi distribuiti nella capitale e nel Lazio, è venuto meno quasi totalmente l'approvvigionamento di pesce ridotto del 80-90%; inoltre le scorte di benzina a Latina sono terminate nel 90% delle stazioni di servizio e la dogana al porto di Gaeta è stata bloccata, mettendo a rischio i rifornimenti Agip; problemi vi sono anche a Malagrotta e Ponte Galeria.
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- «La situazione di agitazione non si ferma - ha sottolineato Palomba - e questo ci sta creando grossi problemi. L'attività è rallentata anche al porto di Civitavecchia, crocevia del Mediterraneo, e i danni economici e di immagine per le compagnie marittime che rappresentiamo si stanno facendo ingenti. Possiamo capire alcune delle motivazioni alla base della protesta - ha aggiunto - ma la illegalità è intollerabile e siamo con decisione al fianco della Autorità per un rapido ripristino della normalità».
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- Intanto Trasportounito, l'associazione che ha promosso il blocco dell'autotrasporto, ha esortato la politica a dare risposte immediate. Trasportounito ha evidenziato che, nella terza giornata di fermo, gli autotrasportatori italiani non abbassano la guardia e che il numero degli uomini e dei mezzi che partecipano alla protesta è in costante crescita così come il numero dei presidi che allo stato attuale sono più di 150. L'associazione ha precisato che molte Prefetture sono in stretto contatto con i responsabili dei presidi affinché la manifestazione, come indicato da Trasportounito, si svolga in un clima di “tensione-zero” al quale - ha sottolineato l'associazione - si stanno adeguando tutti i manifestanti.
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- «È tuttavia molto amaro constatare - ha però rilevato il segretario generale di Trasportounito, Maurizio Longo - sia la miopia della classe politica, sia la sordità del governo dei tecnici, incapace di cogliere nelle proteste in atto un disagio e un malcontento ormai generalizzato. Vorremmo una volta di più ricordare che dietro ai numeri e alle statistiche ci sono persone, famiglie, piccole aziende». «Nessuno si illuda - ha concluso Longo - che con la conclusione del fermo, venerdì, tutto torni come prima. L'autotrasporto vuole risposte immediate».
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