- Nel 2011 l'attività di demolizione delle navi ha raggiunto l'elevato livello di 41 milioni di tonnellate di portata lorda (tpl), quota mai registrata dal 1986 quando furono 43 i milioni di tpl demoliti, volume a sua volta superato l'anno precedente quando fu stabilito il record assoluto di
- demolizioni con un totale di 44 milioni di tonnellate di portata lorda.
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- Secondo la società britannica di shipbroking Braemar Seascope, quest'anno potrebbe essere segnato un nuovo record. «Se nel 2012 le condizioni macroeconomiche continueranno ad essere deludenti e se i prezzi dei rottami rimarranno ai loro recenti livelli elevati - ha spiegato il responsabile del settore ricerche dell'azienda inglese a Londra, Mark Williams - quest'anno si potrebbe facilmente superare il 1985 come anno di picco delle demolizioni».
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- Osservando che il Baltic Dry Index ha fatto segnare minimi storici e ricordando che anche gli '80 sono stati anni difficili per il mercato dello shipping, Braemar Seascope ha evidenziato che rimane comunque l'interrogativo di quale sarà il numero delle navi che verranno inviate ai cantieri di demolizione a causa dell'impatto della crisi sul trasporto marittimo.
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- Braemar Seascope ha rilevato che peraltro, a livello mondiale, i cantieri di demolizione hanno una capacità complessiva molto limitata trattandosi di un'attività effettuata principalmente sulle spiagge dove gli scafi e le strutture vengono tagliati utilizzando cannelli ossiacetilenici. In linea teorica - ha spiegato la società - molte navi potrebbero essere vendute per essere demolite, ma i cantieri potrebbero rinviare il loro smantellamento fintantoché non giungerà il momento più propizio.
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- Il prezzo per la demolizione delle navi - ha ricordato Braemar Seascope - rimane prossimo a circa 500 dollari per LDT (light displacement tons), cifra che suggerisce come la domanda dell'acciaio contenuto nelle navi rimanga elevata. Inoltre nei prossimi anni la capacità di demolizione dei cantieri potrebbe crescere: il presidente della China State Shipbuilding Corporation - ha spiegato l'azienda - ha recentemente dichiarato che la metà dei cantieri cinesi potrebbero fallire nei prossimi due o tre anni e molti di questi stabilimenti potrebbe essere convertiti all'attività di demolizione così come, in teoria, lo potrebbero essere i cantieri europei, anche se - ha rilevato Braemar Seascope - in Europa l'attività di demolizione non appare promettente sotto il profilo economico.
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- Secondo i dati raccolti da Braemar Seascope, nel 2011 il volume complessivo di rinfusiere vendute per la demolizione è stato pari a 24,2 milioni di tpl, quindi superiore ai 12,0 milioni di tpl totalizzati nel 2009 durante la crisi del credito e ai 11,5 milioni di tpl demoliti nel 1998 dopo la crisi finanziaria asiatica così come ai 15,0 milioni di tpl demoliti nel 1986, anno in cui il 31 luglio il BIFFEX toccò il minimo di 554 punti. Il 2011, nonostante per le tanker il mercato non sia stato favorevole, non è stato invece un anno record per la demolizione delle navi cisterna: se nei quattro anni dal 1982 al 1985 - ha ricordato Braemar Seascope - sono state demolite oltre 20 milioni di tpl di petroliere, nel 2010 sono state vendute per la demolizione 14 milioni di tpl e lo scorso anno il livello è stato di 8,4 milioni di tpl, e tale trend - ha precisato la società britannica - è confermato dai dati del gennaio 2012.
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