- Oggi Filt-Cgil, Fit-Cisl e Uiltrasporti in un incontro con Giuliano Gallanti hanno chiesto al presidente dell'Autorità Portuale di Livorno un rafforzamento della vigilanza in porto, l'applicazione di sanzioni in caso di violazioni reiterate, l'avviamento di lunga chiamata per i lavoratori dell'Agelp e la possibilità per la Porto 2000 di avvalersi del personale ex art 17 per lo svolgimento delle proprie attività.
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- In particolare le Ras dell'Agelp, presenti alla riunione, hanno lamentato una drastica riduzione rispetto al 2010 del numero di turni svolti nello scalo labronico(1.500 in meno, stando ai dati ufficiali) ed hanno chiesto all'Autorità Portuale di intervenire rafforzando le misure di controllo sulle imprese portuali ex art 18 sanzionando pesantemente con gli strumenti previsti dalla legge (sospensione e revoca della concessione) le presunte irregolarità o le violazioni reiterate che dovessero essere osservate durante gli accertamenti effettuati da parte degli ispettori.
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- La Port Authority ha accolto la richiesta dei sindacati di autorizzare lo strumento dell'avviamento di lungo periodo che - ha spiegato l'authority - è un modo per dare una boccata di ossigeno ai lavoratori del soggetto ex art. 17: oggi, infatti, l'impresa che abbia bisogno di manodopera si serve di un lavoratore dell'Agelp per uno, al massimo due turni; con l'avviamento di lunga chiamata, invece, la stessa impresa sarebbe autorizzata ad utilizzare quel lavoratore per un periodo più lungo.
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- L'ente portuale ha ricordato che già nel 2009 il Comitato Portuale si era espresso favorevolmente a riguardo: la delibera era stata approvata e quindi adottata, mentre era stata rinviata ad una successiva discussione l'adozione di un apposito regolamento attuativo che però non è mai stato presentato, anche perché nel frattempo - ha spiegato l'Autorità Portuale - erano venute meno quelle condizioni che nel periodo del boom economico avevano portato diverse imprese a distribuire il lavoro un po' a tutti. Ora - hanno sottolineato i sindacati - la situazione è di nuovo cambiata. L'Autorità Portuale ha quindi annunciato che entro la prima settimana del prossimo mese porterà in Commissione e in Comitato il provvedimento per l'adozione di questa sorta di “job on call” a lunga durata.
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- In merito alla Porto 2000, i sindacati hanno formulato la richiesta di far sì che il contratto collettivo nazionale dei lavoratori in porto sia applicato anche ai dipendenti della società che a Livorno gestisce il traffico delle crociere. Soltanto così - hanno spiegato - la Porto 2000 potrebbe maturare il legittimo e pieno diritto ad esprimere i propri pareri e le proprie determinazioni all'interno dei luoghi dibattimentali definiti dalla legge 84/94 (Commissione e Comitato Portuale).
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- Inoltre i sindacati hanno posto la questione se, considerando che Porto 2000 opera in ambito portuale e che è partecipata per il 70% dall'Autorità Portuale, la società può la avvalersi dell'Agelp per lo svolgimento di alcune proprie attività, fermo restando che queste non possono considerarsi operazioni portuali: nelle crociere, infatti, vengono movimentate persone e non merci, mentre il discorso cambia per i traghetti. È un nodo che il segretario generale dell'ente portuale, Massimo Provinciali, si è impegnato a sciogliere in vista del prossimo incontro con le istituzioni, i sindacati e le associazioni imprenditoriali. Il prossimo 29 febbraio, difatti, verrà convocato un nuovo tavolo sul patto del lavoro con all'ordine del giorno la crisi occupazionale nel porto, un argomento - ha precisato la Port Authority - già trattato in precedenti due sedute, ma che ora potrà essere analizzato meglio alla luce dei nuovi dati sul ricorso agli straordinari e alla cassa integrazione che, nel frattempo, da gennaio ad oggi la maggior parte delle imprese ha fatto pervenire agli uffici competenti.
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