- Trasportounito contesta l'invito a differire lo sciopero dell'autotrasporto, proclamato per il periodo 28 maggio - 1° giugno, che è stato rivolto all'associazione dalla Commissione di garanzia dell'attuazione della legge sullo sciopero nei servizi pubblici essenziali, richiesta che - ha precisato Trasportounito - è stata espressa «con minacce neppure troppo velate».
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- Si tratta - ha accusato il segretario generale di Trasportounito, Maurizio Longo - di «motivazioni assolutamente pretestuose considerando che la vertenza dura ormai da mesi e che chi evita il confronto diretto è proprio il governo il quale, sino ad oggi, ha delegato ai direttori generali del ministero il compito di analizzare, non di affrontare, le rivendicazioni della categoria».
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- «Se invece le motivazioni sono altre, e sono riconducibili all'ordine pubblico e all'allarme sociale in una situazione del Paese di cui Trasportounito ha più volte evidenziato i rischi - ha aggiunto Longo - il governo lo dica con chiarezza e trasparenza, evitando di minacciare ritorsioni e negare il diritto sacrosanto alla protesta. Tali atteggiamenti sono solo utili a buttare benzina sul fuoco e allo stato attuale Trasportounito non può che confermare la protesta per altro annunciata nei tempi e nei modi previsti dalle leggi vigenti».
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- «Il diritto di sciopero, al quale è assimilabile il fermo dei servizi dell'autotrasporto - ha ricordato l'associazione - è un diritto costituzionale regolato dalle leggi 146/90 e 83/2000 che lo contemperano nei settori ritenuti essenziali per la collettività con gli altri diritti tutelati costituzionalmente della persona» e tale normativa nel tempo è stata precisata proprio dalle delibere della Commissione di garanzia dell'attuazione della legge sullo sciopero.
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