- . L'associazione, che raggruppa le imprese di autotrasporto impegnate nel trasporto di auto, ha comunicato che da settembre tornerà in piazza riavviando la vertenza, mai chiusa, con la committenza (primi vettori e operatori logistici) responsabile - ha accusato - «di pesanti e palesi inadempienze, ma anche - ha precisato Bisarche Italiane - contro l'Osservatorio della Consulta dell'autotrasporto rivelatosi strumento troppo “condizionabile” per risultare efficace».
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- Secondo Bisarche Italiane, infatti, «non sono stati solo disattesi gli accordi assunti il 27 marzo scorso, accordi in base ai quali era rientrato il fermo delle bisarche durato sei settimane, ma - ha sottolineato l'associazione - si è consumato anche un doppio paradosso: da quella protesta i committenti pare abbiano chiesto ed ottenuto, dalle case costruttrici di automobili, consistenti aumenti delle tariffe che non sono state girati a nessuna impresa di autotrasporto».
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- Inoltre Bisarche Italiane ha denunciato «l'inefficienza dell'Osservatorio, i cui componenti, ritenuti esperti, in realtà hanno composto le tabelle dei costi minimi per la sicurezza per tutti i settori tranne che per il trasporto a mezzo bisarche, non osservando il dettato della legge dello Stato e generando, come immediato effetto indotto, ulteriori discriminazioni e sfruttamento».
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