- Portocittà, la Spa che ha in concessione le aree demaniali del Punto Franco Vecchio di Trieste, ha annunciato ieri la decisione di rinunciare alla concessione e quindi il conseguente abbandono del progetto di riqualificazione architettonica e urbanistica dell'area.
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- Portocittà, che è partecipata dalle società di costruzioni Rizzani de Eccher e Maltauro, dagli istituti bancari Biis e Carifvg del gruppo Intesa Sanpaolo e dalla società di promozione di partenariati pubblico-privato Sinloc, ha motivato la propria decisione a causa dell'impossibilità di portare avanti il progetto per il protrarsi del regime di incertezza generale che ha contraddistinto il recupero del Porto Vecchio di Trieste ed ha preannunciato l'avvio di azioni giurisdizionali presso il Tribunale Amministrativo Regionale.
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- Manifestando dispiacere per l'intenzione di rinunciare all'iniziativa manifestata da Portocittà, il presidente dell'Autorità Portuale di Trieste, Marina Monassi, ha ricordato che «oggi, alle ore 10, Portocittà Srl era stata convocata per la consegna delle aree come previsto dall'atto concessorio. Ad oggi - ha precisato - nessun atto giuridico di rinuncia ufficiale è pervenuto all'Autorità Portuale. Abbiamo sgombrato le aree facendo i salti mortali: sono stati svuotati i capannoni, trasferite le imprese, spostati una ventina di rimorchiatori, puliti gli specchi acquei anche dai relitti di barche affondate negli anni. Davvero non so cosa dire».
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- «La concessione - ha proseguito Marina Monassi - era stata firmata tra l'allora presidente dell'Authority, Claudio Boniciolli, e la Portocittà; ma era evidente l'esistenza del Punto Franco, la cui permanenza aveva fatto scegliere gli attuali concessionari rispetto ad altri. Le carte e gli atti parlano chiaramente. Sbaglia chi dice che l'Autorità Portuale blocca gli iter: noi abbiamo adempiuto ai nostri obblighi inseriti in una concessione che abbiamo ereditato dai nostri predecessori. Ora spetta a Portocittà adempiere a quanto si era impegnata a fare». «Al di là di proclami e marce di cui leggiamo sui giornali - ha concluso il presidente dell'ente portuale - vi è un altro concessionario, Greensisam Spa, il cui avvio dei lavori è bloccato perché manca un parere che il Comune di Trieste deve trasmettere da tempo alla Regione Friuli Venezia Giulia. Abbiamo convocato d'urgenza il Comitato Portuale per martedì prossimo e, alla presenza della stampa, daremo tutte le informazioni del caso con le copie degli atti».
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- Ieri intanto, la sede dell'Autorità Portuale di Trieste, si è tenuta l'assemblea del NAPA (North Adriatic Ports Association). «Nel corso dell'assemblea - ha reso noto Marina Monassi, presidente di turno dell'associazione - abbiamo avviato l'iter di verifica per dare al NAPA personalità giuridica. Abbiamo inoltre approvato le azioni di promozione del nord Adriatico sia dal punto di vista dei traffici merci in India, Vietnam ed Egitto, sia dal punto di vista del traffico passeggeri, nuovo settore di interesse del NAPA, come proposto dall'Authority di Rijeka».
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- Marina Monassi, insieme ai rappresentanti degli scali di Venezia, Rijeka e Capodistria, ha aperto l'assemblea ricordando le positive attività realizzate nel 2012 a livello internazionale (accreditamento presso le istituzioni europee e attiva interazione con i mercati di riferimento Europa e Asia) ed è stato quindi approvato il bilancio consuntivo 2012 (pari a 230 mila euro, con un avanzo economico di 19mila euro). L'assemblea si è anche espressa favorevolmente sulle iniziative dell'Authority di Venezia in tema di integrazioni dell'accordo sottoscritto tra NAPA e la Regione del Mecleburdo-Pomerania Anteriore per lo sviluppo delle reti di connessione tra l'Alto Adriatico e il Baltico, nonché sulla estensione alle Regioni di riferimento del memorandum sottoscritto tra i porti NAPA il 22 marzo 2011 per la collaborazione sui progetti infrastrutturali.
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