- Il progetto di bilancio dell'esercizio 2012 di Premuda, approvato oggi dal consiglio di amministrazione della società armatoriale italiana, mostra un risultato negativo di 47,9 milioni di euro (dopo ammortamenti e svalutazioni di assets per 47,7 milioni di euro e svalutazioni di partecipazioni per 16,8 milioni di euro) a fronte di un risultato negativo nell'esercizio precedente di 4,7 milioni di euro (dopo ammortamenti e svalutazioni di assets per 31,0 milioni di euro e svalutazioni di partecipazioni per 2,3 milioni di euro). Al netto delle poste aventi natura non ricorrente - ha rilevato la società - il risultato rettificato di gruppo presenterebbe una perdita di circa 14,3 milioni di euro. I ricavi base time charter sono ammontati a 89,4 milioni di euro, in calo del 17,6% rispetto a 108,5 milioni di euro nel 2011, e il risultato operativo è stato di segno negativo per 23,6 milioni di euro rispetto ad un utile operativo di 4,0 milioni di euro nell'esercizio annuale precedente.
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- Premuda ha spiegato che «l'esercizio 2012 è stato caratterizzato da un mercato mantenutosi su livelli insoddisfacenti sia per la redditività delle navi che per la loro conseguente valutazione. In generale, il comparto cisterniero è comunque risultato meno pesante del 2011 con noli inferiori dell'8% per le Suezmax, ma migliori del 10% per le Aframax e del 21% per le VLCC. Assai diverso il comparto dei carichi secchi che ha avuto un peggioramento per tutti i comparti della flotta: del 51% per le Capesize, del 45% per le Panamax, del 34% per le Supramax e del 28 % per le Handysize. Grazie alla copertura commerciale acquisita negli anni precedenti ed ancora disponibile - ha sottolineato la compagnia - il negativo impatto del mercato è stato per noi sensibilmente più contenuto, avendo inciso sul 57% circa della flotta in esercizio. Il livello del mercato - ha proseguito Premuda - ha ovviamente interessato anche i valori delle navi ed ha determinato, dopo l'effettuazione delle prescritte procedure di impairment della flotta, la necessità di procedere ad una svalutazione di cinque unità navali (di cui una ancora in costruzione) per un importo di circa 19,8 milioni di euro e non ha consentito di procedere a ripristini di valore - anche parziali - per un'altra unità già oggetto di svalutazione in passato».
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- Inoltre - ha specificato ancora Premuda - «l'esercizio della collegata Four Jolly Spa - nostra quota 50% (l'altro 50% è della genovese Ignazio Messina & C. Spa, ndr) - è risultato penalizzato, oltre che dalla ridotta redditività delle navi in esercizio, da oneri straordinari ammontanti a circa 27,8 milioni di euro, recepiti per la quota di nostra competenza (13,9 milioni di euro), nel bilancio consolidato 2012. Detti oneri derivano dalla vendita a terzi (definita a fine 2012 e perfezionatosi nel corso del mese di febbraio 2013) all'atto della consegna da parte del cantiere costruttore della residua unità cisterna del tipo suezmax tanker da 158.000 tpl commissionata al cantiere coreano Samsung e dalla rinuncia ad esercitare (entro il termine del 31 dicembre 2012) l'opzione per realizzare una unità di diversa tipologia, sostitutiva di una unità gemella della precedente, il cui contratto di costruzione era stato cancellato».
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- Circa le previsioni per l'esercizio 2013, Premuda ha spiegato che «pur con tutte le riserve dettate dall'incertezza che, soprattutto per mercati estremamente volatili, caratterizza ogni previsione, le nostre stime sono per risultati ancora negativi», stime che - ha precisato la compagnia - sono «suffragate dai documenti previsionali predisposti dalla società e dall'andamento dei mercati di nostro più diretto interesse nel corso della prima parte dell'esercizio». «Restiamo peraltro fiduciosi - ha concluso Premuda - che nei successivi esercizi, al verificarsi dell'attesa ripresa della congiuntura economica e grazie agli effetti della prevista riduzione nelle consegne di nuove navi, la redditività del gruppo venga ripristinata e possa consentire il pieno recupero delle perdite subite».
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