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Nel primo trimestre del 2013 i ricavi di ABB sono cresciuti del 9%, mentre il risultato netto è calato del 3%
Nel periodo il gruppo elvetico ha incamerato nuovi ordini per 10,5 miliardi di dollari (+1,2%)
24 aprile 2013
Nel primo trimestre di quest'anno il gruppo elvetico ABB ha registrato ricavi per oltre 9,7 miliardi di dollari, con un incremento del 9,1% rispetto a 8,9 miliardi di dollari nei primi tre mesi del 2012. I costi sono cresciuti del 10,4% a 6,9 miliardi di dollari; l'EBIT si è attestato a 1,0 miliardi di dollari (+0,4%) e l'operational EBITDA a 1,5 miliardi di dollari (+18,7%). Il gruppo svizzero ha chiuso il primo trimestre del 2013 con un utile netto di 664 milioni di dollari (-3,1%).
Nei primi tre mesi del 2013 il gruppo ha ottenuto nuovi ordini per un valore complessivo di 10,5 miliardi di dollari (+1,2%) e il valore dell'orderbook al 31 marzo scorso era di 29,6 miliardi di dollari rispetto a 29,9 miliardi di dollari al 31 marzo 2012.
«In considerazione del perdurare dell'incertezza dell'economia mondiale - ha commentato l'amministratore delegato di ABB, Joe Hogan - questo è un inizio di 2013 soddisfacente. Abbiamo continuato ad operare bene, bilanciando con successo una rigorosa disciplina dei costi con gli obiettivi di crescita in attività e regioni dove abbiamo vantaggi competitivi, in particolare in segmenti come l'efficienza industriale, l'affidabilità dei sistemi energetici e le energie rinnovabili». Hogan ha precisato che, sul fronte del contenimento dei costi, il miglioramento nel settore delle forniture e nella produttività ha consentito risparmi per circa 260 milioni di dollari.
«Abbiamo ottenuto questi risultati - ha proseguito Hogan - nonostante il vento contrario della domanda. Nel trimestre la crescita negli USA ha subito un ulteriore rallentamento e l'incertezza ha continuato a caratterizzare gli investimenti industriali in gran parte dell'Europa. Il cash flow è stato inferiore rispetto a quanto desidereremmo, ma ciò era assolutamente previsto e riflette principalmente la tempistica dell'esecuzione dei progetti. Pertanto ci aspettiamo di assistere ad un recupero nei prossimi trimestri. Per il resto dell'anno - ha concluso Hogan - continueremo a concentrarci sull'equilibrio costi-crescita. Gli indicatori economici continuano ad essere poco chiari, il che rende difficile prevedere come si comporteranno le aziende che operano nelle prime fasi del ciclo produttivo. Tuttavia il nostro consistente portafoglio ordini contribuirà a mitigare alcune di queste incertezze e siamo fiduciosi che il nostro miglior bilanciamento tra le attività e le regioni continuerà ad offrirci opportunità di profittevole crescita».
Per quanto riguarda l'Italia, ABB ha archiviato il primo trimestre del 2013 con ordini e ricavi pari rispettivamente a 504 e 509 milioni di euro, in flessione rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso, mentre la redditività è rimasta stabile. La filiale italiana del gruppo ha reso noto che è cresciuta la percentuale di export sui ricavi che si è assestata al 64%, orientata soprattutto all'Europa (dove si registra una crescita a due cifre rispetto al 2012) e all'Africa e Medio Oriente. «L'inizio del 2013 - ha spiegato Barbara Frei, presidente e amministratore delegato di ABB Spa - conferma sostanzialmente l'andamento che abbiamo registrato nel corso del precedente anno. L'aumento della percentuale sui ricavi dell'export e la crescita della stessa sul mercato europeo conferma la nostra capacità di servire con successo i mercati internazionali. Continuiamo a puntare sull'eccellenza operativa delle nostre fabbriche e sull'innovazione che l'organizzazione italiana è in grado di generare. Ne è un esempio il recentissimo lancio della serie Emax 2, interamente sviluppata in Italia dal centro di Ricerca e Sviluppo di Bergamo, il primo interruttore al mondo di bassa tensione che include funzioni di gestione dell'energia e di comunicazione con le reti elettriche intelligenti (smart grid). Un'innovazione che potrebbe portare a sostanziali riduzioni dei consumi energetici». «Con un investimento pari al 2% annuo del nostro fatturato in attività di R&D e una media annua di 27 brevetti depositati nel nostro Paese negli ultimi cinque anni - ha concluso Barbara Frei - la vocazione all'innovazione di ABB in Italia si traduce quindi in un impegno concreto».
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