- «È doverosa un'accelerazione delle reti TEN-T in modo che l'Italia possa pienamente offrire alla Germania la sua naturale vocazione all'interno del Mediterraneo, soprattutto nelle relazioni con l'Africa». Lo ha sottolineato il presidente dell'Associazione dei Porti Italiani (Assoporti) e dell'Autorità Portuale di Genova, Luigi Merlo, a margine del forum “German-Italian cooperation for the development of the Trans-European Transport Networks” organizzato dalla Camera di Commercio Italo-Germanica e aperto con i saluti del console generale d'Italia Filippo Scammacca del Murgo e di alcuni rappresentanti della Camera e della Fiera che si è tenuto oggi nell'ambito della fiera Transport Logistic in svolgimento a Monaco di Baviera.
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- Partecipando al panel dedicato agli “Investimenti nei principali poli logistici all'interno dei corridoi e possibili partnership italo-tedesche”, Merlo ha evidenziato la necessità di procedere ad un profondo cambiamento della politica portuale italiana per far sì che si possa costruire un rapporto solido tra i due Paesi, attraverso una modifica dei vecchi schemi, partendo da un comune indirizzo dell'Unione Europea e passando dai rispettivi governi nazionali.
- «Puntiamo - ha detto Merlo - ad una forte collaborazione tra i due Paesi, con basi nuove ed un solido approccio europeo. Occorre tenere presente quali siano le necessità del mercato e delle merci, e come affrontare il nodo delle infrastrutture, introducendo una politica complessiva dei porti e dei trasporti. Inoltre, crediamo sia molto importante procedere all'emanazione del regolamento dell'Unione Europea sui porti, per il quale lavoriamo con attenzione e cura quotidianamente, poiché siamo convinti che soltanto con delle regole certe e comuni si possa veramente creare opportunità di crescita».
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- All'incontro hanno preso parte, tra gli altri, anche il segretario generale dell'Autorità Portuale di Venezia, Claudia Marcolin, il presidente di Ligurian Ports e dell'Autorità Portuale della Spezia, Lorenzo Forcieri, e il presidente dell'Autorità Portuale di Taranto, Sergio Prete. Condividendo le parole del presidente di Assoporti, Forcieri ha rilevato che «le risorse sono limitate» e che «non c'è più spazio per cattedrali nel deserto e opere faraoniche finanziate con soldi pubblici. I fondi disponibili - ha specificato Forcieri - devono essere destinati a interventi essenziali, come i dragaggi e le opere di grande infrastrutturazione, mentre le banchine devono essere realizzate con l'intervento dei privati. Soltanto così avremo la garanzia della loro utilità (così è avvenuto e sta avvenendo alla Spezia, per esempio). Con questo e con l'effettiva autonomia finanziaria, potremmo rilanciare il sistema portuale, come traino per la ripresa del Paese».
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- Anche il presidente dell'authority portuale di Taranto si è dichiarato d'accordo con la linea espressa da Merlo ed ha aggiunto che «occorre colmare le differenze con i sistemi portuali del Nord Europa non solo con il necessario adeguamento infrastrutturale, ma anche - ha precisato Sergio Prete - attraverso una significativa modifica della normativa portuale italiana ed una maggiore efficienza dell'intermodalità e della logistica. L'Italia può svolgere un ruolo chiave quale piattaforma tra il Mediterraneo e il mercato dell'Unione, ponendosi quale attore privilegiato nei confronti dei nuovi mercati in via di sviluppo (Nord Africa e Balcani)».
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- A conclusione del forum Merlo ha ribadito quanto sia importante procedere ad un cambiamento della politica dei porti con una regia unica che tenga conto delle reali potenzialità degli scali italiani nonché delle necessità del mercato, migliorando la filiera logistica complessiva.
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