- In occasione dell'assemblea di Assonave (Associazione Nazionale dell'Industria Navalmeccanica), che si è tenuta lo scorso 7 giugno, il presidente e il direttore di Ancanap (Associazione Nazionale Cantieri Navali Privati), Stefano Silvestroni e Giancarlo Casani, hanno sollevato il problema del diverso trattamento riservato dalla circolare della Banca d'Italia numero 263 del 27 dicembre 2006 e successive modificazioni ed integrazioni alle ipoteche come strumento di garanzia per i finanziamenti sui beni immobili rispetto alle ipoteche sulle navi, beni mobili registrati.
- I rappresentanti di Ancanap hanno ricordato che i beni immobili sono quelli indicati nell'articolo 812 del Codice Civile “il suolo, le sorgenti e i corsi d'acqua, gli alberi, gli edifici e le altre costruzioni, anche se unita al suolo a scopo transitorio, e in genere tutto ciò che naturalmente o artificialmente è incorporato al suolo. Sono reputati immobili i mulini, i bagni e gli altri edifici galleggianti, quando sono saldamente assicurati alla riva o all'alveo e sono destinati ad esserlo in modo permanente per la loro utilizzazione”. Le navi, identificate dall'articolo 136 del Codice della Navigazione (“per nave s'intende qualsiasi costruzione destinata al trasporto per acqua, anche a scopo di rimorchio, di pesca, di diporto, o ad altro scopo”), rientrano nei beni mobili iscritti in pubblici registri, come previsto dall'articolo 815 del Codice Civile sui quali si può iscrivere ipoteca.
-
- Ai finanziamenti assistiti da ipoteche sui beni immobili, se sussistono determinate condizioni - hanno ricordato ancora Silvestroni e Casani - si applica una ponderazione del 35% ai sensi dell'art. 1 e 2, Titolo 2, Cap. 1 della Sezione IV della circolare 263/2006 della Banca d'Italia. Vale a dire, l'importo dei fondi da stanziare dalle banche a copertura di eventuali perdite, a parità di condizioni (rating, etc.), si riduce del 35% dell'ammontare del finanziamento con incidenza positiva immediata sul conto economico della banca.
- In questi tempi di grande crisi e di difficoltà per rispettare i parametri fissati da Basilea 3 - hanno rilevato Silvestroni e Casani - questa disposizione è molto vantaggiosa e utile per il sistema finanziario. Tuttavia la ponderazione patrimoniale, disposizione di vantaggio, non si applica alle navi perché sulla base della circolare 263/2006 è una procedura applicabile solo ai finanziamenti garantiti da ipoteche su beni immobili. Questa regolamentazione - hanno sottolineato - penalizza pesantemente e ingiustamente il settore navale determinando condizioni più onerose in termini di spread e, in certi casi, anche l'impossibilità di accesso al credito.
-
- Ancanap chiede pertanto una modifica della circolare 263/2006 della Banca d'Italia includendo nella sezione IV art. 1 e 2 anche l'ipoteca navale come requisito per accedere alla ponderazione patrimoniale.
- Occorre ricordare che l'ipoteca navale, per il suo valore universale, riconosciuto in tutti i Paesi, e applicandosi ad un bene mobile - hanno evidenziato Silvestroni e Casani - rappresenta una garanzia concettualmente anche superiore a quella iscritta su beni immobili come tutela e protezione dei finanziamenti concessi dalle banche.
|