- Federmar-Cisal ha espresso preoccupazione «per i continui inconsulti ed irresponsabili attacchi che - secondo il sindacato - vengono portati alla Tirrenia-CIN da parte della Regione Sardegna e di alcuni suoi parlamentari». Per l'organizzazione, tali attacchi nei confronti della compagnia di navigazione che effettua collegamenti da e per l'isola sarda sono condotti «al solo fine di perseguire una strategia tutta politica e per niente imprenditoriale». «Un comportamento questo - ha denunciato il segretario nazionale del sindacato, Alessandro Pico - che da un lato sfrutta e strumentalizza le difficoltà nelle quali si dibatte l'economia dell'isola nell'attuale fase di crisi generalizzata in tutto il continente e dall'altro risulta essere conseguenza di un'assoluta miopia progettuale nel determinare le condizioni di una effettiva continuità territoriale nel settore del trasporto marittimo».
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- Secondo Federmar-Cisal, «i soggetti interessati omettono artatamente di considerare almeno due elementi che invece dovrebbero essere della massima importanza nella costruzione di un qualsivoglia progetto: il primo - ha spiegato Pico - è che, nel bene o nel male a seconda dei punti di vista, la Tirrenia per decenni ha svolto una funzione calmieratrice delle tariffe da e per l'isola. Prova ne sia - ed è dimostrata proprio dalla sentenza dell'Antitrust di questi giorni ( del 14 giugno 2013, ndr) - che nel 2011, con la Tirrenia commissariata nell'ambito dell'avviato processo della sua privatizzazione ed in pratica bloccata anche sul piano gestionale dall'incertezza per il suo futuro, gli altri vettori del settore hanno immediatamente colto l'occasione per unirsi in un cartello mirato a mettere in atto un sostanzioso aumento tariffario. Pertanto, proprio tale esperienza dovrebbe fare riflettere sulla necessità di tenere in vita una compagnia come la Tirrenia-CIN che, se non ci fosse, bisognerebbe inventarla. La seconda questione - ha proseguito Pico - è che, volenti o nolenti, esistono precise norme della Unione Europea che fanno divieto agli Stati membri di possedere aziende pubbliche o di finanziare e sostenere attività in aperto contrasto con una leale concorrenza di mercato. Da queste osservazioni, le quali sono senza ombra di dubbio non contestabili, risulta abbastanza difficile comprendere dove voglia parare la Regione sarda con la sua azione, tenuto conto che nell'espletamento dei servizi dovrebbe comunque avvalersi di imprese private».
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- Per il sindacato, «allo scopo di porre fine a questa diatriba, la soluzione più adeguata sarebbe quella di rivisitare l'esistente convenzione secondo le indicazioni (collegamenti, viaggi, tariffe, qualità dei servizi, ecc.) ritenute indispensabili dalla Regione per garantire un miglioramento complessivo del trasporto via mare a beneficio dell'economia insulare». Federmar-Cisal ritiene che questa sia «una via più che praticabile, la quale tuttavia - ha precisato il sindacato - richiede un deciso impegno del governo a trattare l'argomento, impegno che finora è stato alquanto carente, per eliminare quegli ostacoli e contrasti che stanno mettendo a rischio il futuro della Tirrenia-CIN, azienda armatoriale privata che tra l'altro, è bene rimarcarlo con i tempi di magra che corrono per l'occupazione, assicura il posto di lavoro a più di duemila famiglie».
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