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La Commissione Europea deferisce la Spagna alla Corte di Giustizia UE in materia di lavoro portuale
Sotto accusa le norme che vietano ai terminalisti di rivolgersi al libero mercato per reclutare personale
20 giugno 2013
Oggi la Commissione Europea ha deciso di deferire la Spagna alla Corte di Giustizia UE in merito alle procedure per l'assunzione dei lavoratori nei porti spagnoli che sono diventate legge due anni fa e che da alcuni mesi sono nel mirino di Bruxelles ( del 23 luglio 2010 e 27 settembre 2012).
La Commissione ha ricordato che attualmente i terminalisti spagnoli non sono autorizzati a rivolgersi al mercato per reclutare personale e che le normative in vigore richiedono a queste aziende di partecipare finanziariamente al capitale di pool di manodopera, le Sociedad de Gestión de los Estibadores Portuarios (SAGEP), che sono imprese private che assumono lavoratori portuali e li mettono a disposizione dei terminalisti. I terminalisti possono ricorrere al libero mercato per assumere manodopera (ma solo per un turno) solamente se l'offerta delle SAGEP è inadeguata o insufficiente.
Secondo la Commissione, i terminalisti di altri Stati membri che desiderano operare nei porti spagnoli verrebbero scoraggiati dal farlo a causa di queste pratiche di lavoro restrittive. La Commissione ha ribadito che le disposizioni del Trattato relative alla libertà di stabilimento si applicano pienamente alle attività portuali.
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