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Il sindaco di Venezia affila le armi in vista dell'incontro di giovedì a Roma sulle grandi navi in Laguna
Orsoni evidenzia l'importanza del porto, ma chiede l'applicazione con urgenza del decreto Clini-Passera
23 luglio 2013
Il sindaco di Venezia, Giorgio Orsoni, affila le armi in vista del tavolo tecnico di giovedì prossimo a Roma quando, come stabilito nell'incontro dello scorso mese tra il ministro Lupi e i rappresentanti delle istituzioni venete e veneziane ( del 13 giugno 2013), dovranno essere presentate rotte alternative a quella che attualmente le grandi navi percorrono nella Laguna di Venezia.
Approssimandosi l'appuntamento del 25 luglio, il sindaco ha riaffermato con forza la sua posizione, cioè che queste navi non devono avvicinarsi a Venezia e che ciò deve essere imposto con l'applicazione del decreto interministeriale che stabilisce limiti al transito delle navi vicino alle aree protette e ai siti sensibili dal punto di vista ambientale, provvedimento che è stato introdotto nelle settimane dopo il naufragio della nave da crociera Costa Concordia all'Isola del Giglio. Ieri, aprendo la riunione del consiglio comunale incentrata sulle soluzioni alternative al passaggio delle grandi navi in Bacino San Marco e nel Canale della Giudecca, Orsoni ha confermato che «il dibattito sul passaggio delle grandi navi va affrontato subito, con urgenza. E - ha aggiunto - con urgenza Venezia chiede l'applicazione del decreto Clini-Passera, chiede che si rispetti una legge dello Stato». Ieri sera, a conclusione del dibattito, il sindaco ha ottenuto dal consiglio comunale il mandato a rappresentare l'amministrazione comunale al tavolo ministeriale.
Nel suo intervento Orsoni ha però difeso con forza anche il porto di Venezia quale «risorsa essenziale. Guai - ha sottolineato Orsoni - se pensassimo di dover rinunciare a quel che il porto, commerciale e passeggeri, offre a questa città oggi. Sono attività economiche che stanno nel nostro Dna e dobbiamo ragionare del modo affinché si sviluppi, nel modo più compatibile con la struttura della nostra città. La compatibilità - ha precisato - non è solo un problema dei cittadini, ma è un problema che riguarda prima di tutto gli stessi operatori del porto, i suoi imprenditori. Se vogliono fare davvero gli imprenditori e guardare avanti nel tempo, non possono stare fermi, puntare ad una portualità che si incentra sull'esistente e non guardare avanti, a qualcosa che si può sviluppare nel futuro. Il problema non è riparare ad una situazione divenuta insostenibile, ma trovare delle soluzioni, anche transitorie o temporanee, nella prospettiva di uno sviluppo compatibile con la città».
Ricordando che questa proposta faceva parte del suo programma elettorale sul quale si è costruita la maggioranza di governo, Orsoni ha ribadito l'ipotesi di utilizzare Porto Marghera per lo sviluppo del porto passeggeri, idea che tuttavia non è gradita dalla comunità portuale veneziana. «Lì - ha detto il sindaco - c'è già scritto tutto. Già da allora avevamo bene in mente che la Marittima è una risorsa che andrà ad esaurirsi e che lo sviluppo della futura area metropolitana non può che incentrarsi verso la terraferma, verso Porto Marghera. È nostra convinzione non si debba necessariamente abbandonare la Marittima, che va sfruttata per gli investimenti che sono stati fatti, ma - ha aggiunto - le navi debbono arrivare in un luogo dove possono essere accolte senza causare ulteriori danni all'ecosistema lagunare».
Secondo il sindaco, l'accesso delle grandi navi «può avvenire attraverso il Canale dei Petroli, per arrivare a Marghera, in luoghi oggi non dedicati alla portualità, accostandosi alle attività portuali in essere, senza dunque intaccarle, e usando i canali esistenti arrivare anche in Marittima senza passare per San Marco, salvaguardando anche la Marittima stessa». Orsoni ha rilevato che «queste possibilità ci sono, vanno esplorate, senza scavare altri nuovi canali che presumibilmente potrebbero causare notevoli problemi nell'idraulica della Laguna. Lo scavo del Canale Contorta Sant'Angelo, in una prospettiva futura - ha osservato - è un'opera a perdere, perché se lo sviluppo è verso Porto Marghera, quel canale risulterebbe inutile».
«Anche se con prospettive di attuazione lontane - ha proseguito Orsoni - tutte le proposte alternative al passaggio in Bacino vanno comunque valutate seriamente. Dobbiamo con molta serenità affrontare questi temi, ma con l'obiettivo chiaro della salvaguardia dell'ambiente naturale. Chiediamo vi siano delle interlocuzioni non preconcette. Non accetterò mai - ha precisato - di sedermi ad un tavolo con qualcuno che mi dice: “la Marittima non si tocca e dobbiamo arrivare lì a qualsiasi costo”. Sono disposto a ragionare su qualsiasi soluzione, purché di fronte a me si siedano degli interlocutori o disposti a discutere con dati seri e certi».
Orsoni ha anticipato che parteciperà al tavolo ministeriale di giovedì a Roma «senza voler conflitti con l'imprenditorialità portuale, né con l'occupazione. La posizione del Comune di Venezia - ha concluso - deve essere chiara: abbiamo bisogno di un porto efficiente, che guarda al futuro, con prospettive di sviluppo serio. Lo sviluppo del porto è una priorità per questa amministrazione».
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