- La Sezione centrale di controllo sulla gestione delle amministrazioni dello Stato della Corte dei Conti ha condotto un'indagine sulle “Spese per la realizzazione di opere infrastrutturali di ampliamento, ammodernamento e riqualificazione dei porti (capitoli 7261 e 7274 del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti)”.
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- La Corte dei Conti ha reso noto che, «relativamente alle opere gestite dalle varie Autorità Portuali, l'istruttoria ha evidenziato marcati profili di criticità consistenti, in particolare, nei ritardi accumulati nell'attuazione degli interventi, una parte significativa dei quali non risulta conclusa ad oltre un decennio dall'adozione degli atti di programmazione e dall'assunzione dei limiti di impegno per un totale di finanziamenti pubblici di quasi 1.500 miliardi di euro (in media, circa il 38% delle opere finanziate con leggi n. 488/1999 e n. 388/2000 e quasi il 50% di quelle finanziate con legge n. 166/2002 devono ancora essere completate)».
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- «In proposito - ha spiegato la Corte dei Conti - sono stati evidenziati i diversi fattori che hanno inciso pesantemente sulla tempistica di realizzazione delle opere: atteggiamenti di sostanziale inerzia o inadeguata capacità gestoria di taluni enti autonomi, il proliferare dei vincoli ambientali, l'ampio contenzioso relativo alle gare d'appalto, procedimenti giudiziari con sequestro di intere aree interessate ai lavori, criticità progettuali e ritardi procedurali nelle fasi di programmazione ed attuazione di infrastrutture pluriennali. Anomalie sono, poi, emerse dall'analisi contabile dei capitoli di spesa 7274 e 7261, entrambi caratterizzati dalla sistematica accumulazione di residui e da significative percentuali di risorse andate in perenzione, oltre che, per il capitolo 7261 (destinato a finanziare gli interventi infrastrutturali e manutentivi gestiti dai Provveditorati alle OO.PP.), da una drastica riduzione degli stanziamenti annuali e dalla difficoltà di provvedere al pagamento dei lavori consegnati, a causa di insufficienti dotazioni di cassa».
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- Questi ritardi ed inefficienze nell'attività gestoria delle opere portuali hanno indotto la Sezione della Corte dei Conti a prospettare «l'esigenza di una approfondita riflessione generale sul numero e sugli spazi di autonomia degli enti attuatori, nella prospettive di favorire economie di scala negli investimenti e nella gestione». È stata, anche, rimarcata «la necessità di incrementare l'efficacia del monitoraggio svolto dalla Direzione generale per i porti del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e di superare criticità procedurali e problemi di coordinamento tra lo stesso dicastero e quello dell'Economia e delle Finanze, per rendere disponibili contributi pluriennali, già previsti e finanziati dalla legge n. 216/2006, per la realizzazione di opere immediatamente cantierabili».
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