- CNA-Fita ha invitato il legislatore a fare di più per equiparare il sistema sanzionatorio dell'autotrasporto italiano a quello europeo o viceversa. Commentando il provvedimento sulla riduzione del 30% delle sanzioni, applicabile anche ai possessori di patente professionale nell'esercizio dell'attività di trasporto merci o persone, che è contenuto nel Decreto del Fare varato nei giorni scorsi, l'associazione dell'autotrasporto - accogliendo con favore tale sconto - ha precisato che però non si capisce «perché si dovrebbe esprimere soddisfazione per avere recuperato l'errore che il legislatore, ben oltre tre anni fa, aveva commesso generando una palese disparità tra autotrasportatori italiani e vettori esteri laddove i primi di fatto pagavano, immediatamente agli agenti accertatori, in caso di ricorso al verbale, una cauzione pari alla metà del massimo della sanzione pecuniaria prevista per la violazione, rispetto agli esteri che .- ha spiegato CNA-Fita - sborsavano la metà del minimo, generando di fatto una disparità di trattamento a svantaggio degli autotrasportatori italiani».
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- Sottolineando che sin da allora l'associazione si era impegnata contro questa evidente difformità raggiungendo l'obiettivo di una circolare interpretativa da parte del ministero nella direzione del provvedimento di legge recepito nel Decreto del Fare, CNA-Fita ha precisato di ritenere «ancora insoddisfacente la soluzione data rispetto al contesto europeo. Oggi infatti - ha osservato l'associazione - l'Italia equipara, nel pagamento di talune sanzioni, i suoi vettori nazionali a quelli esteri. Tutto ciò non accade in Francia come in Germania, dove ovviamente il vettore francese o tedesco non è obbligato a pagare le contravvenzioni immediatamente in strada, agli agenti di Polizia, per evitare il blocco del camion e quindi della merce».
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- CNA-Fita ha quindi invitato il legislatore ad uno sforzo ulteriore «equiparando, nell'applicazione della norma e delle sanzioni, il nostro paese al contesto europeo a cui troppo spesso - ha rilevato l'associazione - ci si rifà solo a parole».
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- «La questione - ha concluso Cinzia Franchini, presidente nazionale CNA-Fita - è molto semplice: o ci si impegna in Italia per modificare ancora una volta questa norma, consentendo ai nostri autotrasportatori quanto permesso ai vettori nazionali in tutta Europa, o viceversa andiamo a spiegare a Bruxelles quanto la nostra legge sia avanti e che forse è necessario che anche gli altri stati membri dell'Unione la recepiscano come norma di riferimento esemplare. Pure su provvedimenti del genere il mercato unico europeo rimane purtroppo diseguale e ricco di contraddizioni».
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