Quotidiano indipendente di economia e politica dei trasporti
15:42 GMT+1
La crisi colpisce in pieno le case di spedizione che chiedono misure immediate e strutturali per garantire l'occupazione
Allarme lanciato da Spediporto e da Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti. Il caso genovese è paradigmatico di uno scenario comune a gran parte dei comparti della logistica italiana
3 ottobre 2013
La situazione è locale, quella di Genova, ma è la stessa di molti altri territori italiani dove operano numerose imprese di logistica. Anzi, per le modalità con cui le aziende del comparto rispondono all'impatto dell'attuale crisi economica nazionale e internazionale, è per molti aspetti paradigmatica anche se riferita alle sole case di spedizione genovesi.
Lo scorso anno il 12,5% degli iscritti all'Associazione Spedizionieri Corrieri e Trasportatori di Genova (Spediporto), percentuale che è stata confermata nella prima metà del 2013, ha fatto richiesta di ammortizzatori sociali in deroga. A questo dato, presentato oggi dal presidente e dal direttore generale di Spediporto, Maurizio Fasce e Giampaolo Botta, nella sede dell'associazione, si aggiunge quello dei lavoratori di aziende che non aderiscono ad alcuna rappresentanza di categoria o che, per diversi motivi, decidono di non ricorrere agli ammortizzatori sociali. Lo hanno ricordato i rappresentanti delle organizzazioni liguri dei sindacati Filt Cgil (Laura Tosetti), Fit Cisl (Alberto Gila) e Uiltrasporti (Bruno Costa) nel corso della conferenza stampa congiunta che è stata indetta con Spediporto per illustrare i preoccupanti dati sull'occupazione e per lanciare nuovamente un allarme sulla carenza di fondi per la cassa integrazione in deroga.
Circa il numero complessivo dei lavoratori del settore genovese delle spedizioni colpiti dagli ammortizzatori sociali, che da parte di Spediporto è stato definito con stima conservativa, ammonta - ha confermato Botta - a circa 1.000-1.200 unità. A questi - ha precisato Laura Tosetti - si aggiungono i lavoratori di grandi gruppi logistici i cui problemi contrattuali vengono affrontati a livello nazionale, con un impatto però anche sui territori locali.
Un ulteriore dato allarmante - ha evidenziato l'associazione degli spedizionieri genovesi - consiste nel fatto che, sul totale delle aziende iscritte (5.000 addetti sul solo territorio cittadino), i lavoratori colpiti sono passati dal 7,8% nel 2012 al 9,08% nel primo semestre di quest'anno, un'evoluzione che palesa un peggioramento delle condizioni macroeconomiche e una diminuzione della produttività, in particolare - ha rilevato Maurizio Fasce - delle aziende che operano prevalentemente a servizio delle importazioni.
Circa la carenza di risorse economiche destinate agli ammortizzatori sociali - hanno denunciato Tosetti, Gila e Costa - lo scenario è ancora più cupo: i pagamenti arrivano fino al mese di aprile 2013 e la copertura finanziaria è probabile giunga solamente sino al mese successivo. Dopo non c'è alcuna garanzia sulla disponibilità di risorse necessarie per provvedere in qualche modo a tutelare il reddito dei lavoratori. Questo - hanno sottolineato Fasce e Botta - è un grave problema anche per le aziende, che lo percepiscono come un ulteriore fattore di rischio che si somma ai numerosi già presenti. Non solo: in mancanza di fondi pubblici per la cassa integrazione in deroga (un plauso a tal proposito è stato rivolto da Giampaolo Botta alla Regione Liguria per la tempestività con cui ha assegnato i fondi) le aziende che vi hanno fatto ricorso dovrebbero coprire parte del finanziamento non erogato e ciò - ha rimarcato lo stesso Botta riferendosi anche al confronto con i sindacati - costituisce un rilevante problema. Per le case di spedizione - ha ricordato Maurizio Fasce - il costo del lavoro, al netto dell'Irap, è pari almeno al 65% delle voci complessive di spesa. Se la cassa non venisse finanziata - ha spiegato il presidente di Spediporto - le aziende potrebbero trovarsi di fronte alla necessità di diminuire i costi ricorrendo purtroppo all'unica possibilità: ridurre il personale.
Secondo il presidente dell'associazione, oltre a risolvere la situazione contingente è però indispensabile affrontare il problema anche sul lungo periodo. Per Maurizio Fasce così come per i rappresentanti dai lavoratori, c'è tanta strada da percorrere per lasciarsi la crisi alle spalle ed è necessario adottare misure strutturali in grado di consentire alle imprese di affrontare le attuali difficoltà nonché di cogliere le opportunità di una futura ripresa. È necessario - ha confermato Alberto Gila - mettere in moto meccanismi virtuosi. È indispensabile - ha esortato Laura Tosetti - istituire un tavolo congiunto con tutti gli attori coinvolti: istituzioni, imprese, sindacati ed anche operatori legati al mondo del credito.
Tempo a disposizione - hanno tutti concordato - non ce n'è più. «I bilanci delle aziende - ha concluso Bruno Costa - sono all'osso. Anzi si sono mangiati anche l'osso».
- Via Raffaele Paolucci 17r/19r - 16129 Genova - ITALIA
tel.: 010.2462122, fax: 010.2516768, e-mail
Partita iva: 03532950106
Registrazione Stampa 33/96 Tribunale di Genova
Direttore responsabile Bruno Bellio Vietata la riproduzione, anche parziale, senza l'esplicito consenso dell'editore