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Monti (Assoporti): se non è percorribile la strada di un provvedimento di urgenza per i porti, allora si trovi un accordo per il disegno di legge con corsia preferenziale
Per il presidente dell'associazione, è urgente e indispensabile che «governo e Parlamento adottino misure condivise e immediate»
18 giugno 2014
Non si è saputo nulla del progetto di riforma della legislazione in materia portuale che il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Maurizio Lupi, avrebbe dovuto introdurre nei provvedimenti adottati dal governo in occasione della riunione del Consiglio dei ministri tenutasi venerdì scorso. Non si sa, quindi, se la proposta sarebbe stata o è tuttora «forte», come assicurato in precedenza dallo stesso Lupi, o se invece sarebbe stata o è debole, come ipotizzato da diversi politici o rappresentanti del mondo dei trasporti.
Non ne sa nulla anche l'associazione delle Autorità Portuali italiane, i cui associati avrebbero dovuto essere i primi enti chiamati in causa dalla riforma, che ne avrebbe dovuto forse decretare la riduzione del numero tramite accorpamenti o soppressioni.
Non avendone evidentemente saputo nulla, Assoporti invoca nuovamente misure immediate. «I traffici, le grandi compagnie di navigazione, gli investitori internazionali - rileva il presidente dell'Associazione dei Porti Italiani, Pasqualino Monti - non aspettano. Per i porti italiani, molti dei quali in gestione commissariale, o si cambia registro subito, varando le nuove regole che consentano di recuperare competitività, di realizzare le nuove infrastrutture, di eliminare burocrazia e razionalizzare il ciclo logistico, oppure questa volta la partita si chiude davvero e per sempre».
Secondo Monti, è pertanto urgente e indispensabile che «governo e Parlamento adottino misure condivise e immediate». «Il recupero di competitività ma anche di credibilità - ribadisce oggi il presidente dell'associazione - non può avvenire domani, né dopodomani. Questo recupero deve avvenire subito portando al traguardo una riforma dei porti che sia una cosa seria: niente bizantinismi, niente teoria, ma risposte immediate che consentano un reale salto di qualità in termini di efficienza e rendano i porti e il sistema logistico italiano maggiormente attrattivi per il mercato, per l'interscambio mondiale e per gli investitori. Chiedo a tutti i presidenti dei porti italiani - è l'esortazione di Monti - di far sentire forte al Paese quella che è oggi una emergenza: ridare credibilità al sistema Paese partendo dai punti attraverso i quali l'interscambio mondiale entra nel nostro paese, i porti».
Il presidente di Assoporti sembra prendere atto che il tentativo del ministro Lupi di convincere il governo ad assumere misure immediate per i porti è fallito: «se non è percorribile la strada di un provvedimento di urgenza che si occupi solo di questo settore - chiarisce Monti - allora si trovi un accordo per il disegno di legge con corsia preferenziale. Un disegno di legge che - secondo Monti - dovrà porre le basi per un forte cambiamento. Assoporti - sottolinea il presidente dell'associazione - è da oggi alleata di chi vuole cambiare, ma specialmente di chi comprende che senza un sistema portuale e di logistica efficiente, il Paese fa davvero poca strada e rischia di diventare una frontiera passiva del continente europeo».
«È - conclude Monti - l'ora del coraggio, l'ora di mettere a punto un articolato snello, di taglio europeo che, partendo dal testo base in discussione in Parlamento, fissi le regole del gioco sulla governance del sistema portuale e logistico, sull'autonomia finanziaria dei porti, sulla sburocratizzazione delle Autorità Portuali, sulle concessioni e quindi sulla capacità di attrarre investitori internazionali e su regole del lavoro che devono essere chiare, univoche e di mercato».
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