- FerCargo, l'associazione che raccoglie le imprese ferroviarie italiane del settore cargo non riconducibili al gruppo Ferrovie dello Stato Italiane (FSI), ha inviato una nota al presidente del Consiglio, Matteo Renzi, al ministro dei Trasporti, Maurizio Lupi, al ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan, e al ministro dello Sviluppo Economico, Federica Guidi, in cui manifesta piena e assoluta contrarietà verso il pesante aumento del costo dell'energia elettrica per la trazione ferroviaria, così come previsto nell'art. 29 del decreto legge “Competitività”. «La norma - spiega l'associazione - prevede infatti l'incremento dei costi per ogni unità di treno-km di circa un euro, facendo passare il costo del pedaggio dagli attuali 3 euro a 4 euro per chilometro».
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- «A causa delle difficoltà del mercato e della pesante crisi del settore, che in Italia ha perso il 40% dei volumi dal 2007 al 2013 - rileva FerCargo - anche un incremento minimo dei costi sarebbe impossibile da assorbire per le imprese rappresentate e per tutte quelle che operano nel comparto; un aumento del costo del pedaggio cosi come ipotizzato dalla norma in oggetto, che incrementerebbe i costi aziendali nel loro complesso di circa il 10%, determinerebbe di fatto l'immediato default delle aziende, con la conseguente ricaduta drammatica su tutti i settori (industria, trasporto intermodale, logistica ferroviaria, ecc.) che ad oggi utilizzano questi servizi. Pertanto l'applicazione di questa norma determinerebbe la definitiva estinzione del trasporto merci su ferrovia nel nostro Paese».
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- Il presidente dell'associazione, Giacomo Di Patrizi, sottolinea come FerCargo abbia sempre proposto e suggerito azioni utili al sistema logistico nazionale, confrontandosi con tutti gli interlocutori istituzionali in maniera ponderata e costruttiva, operando in un settore colpito ormai da anni da una gravissima crisi economica e mai supportato da politiche di incentivo orientate alla crescita ed allo sviluppo, a differenza di quanto auspicato dalla UE e realizzato in molti Paesi europei. «In questa circostanza, però, dinanzi ad un provvedimento che produrrebbe il negativo impatto economico sopra descritto - precisa Di Patrizi - Fercargo richiede una immediata revisione della norma, con la conseguente cancellazione di ogni onere aggiuntivo per il costo dell'energia a carico delle imprese ferroviarie operanti nel settore del trasporto merci, a salvaguardia di un settore che oggi nel solo comparto indipendente dal gruppo FSI occupa direttamente circa 1.700 addetti, e che rappresenta in quanto a efficienza, sicurezza e sostenibilità ambientale, il futuro della logistica e dei trasporti per l' Europa e per il nostro Paese».
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