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Vicendevole scambio di accuse tra i sindacati e Confitarma per la rottura del negoziato sul rinnovo del Ccnl dei marittimi
La Confederazione rimprovera ai sindacati un atteggiamento di chiusura relativamente al comparto del rimorchio. Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti criticano Confitarma per l'interruzione unilaterale delle trattative e dichiarano lo stato di agitazione
3 luglio 2014
Ieri, a conclusione di un incontro nel quadro delle trattative per il rinnovo del contratto collettivo nazionale di lavoro per il comparto marittimo, la Confederazione Italiana Armatori (Confitarma) ha dichiarato la rottura del negoziato. A seguito di tale decisione Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti hanno annunciato che, a partire da oggi, «è aperto lo stato di agitazione dell'intero comparto marittimo».
I sindacati hanno spiegato che nel corso dell'incontro è emersa l'indisponibilità di Confitarma a trovare soluzioni alternative su alcuni punti già discussi nell'incontro del 4 giugno relativamente alla parte relativa ai servizi di rimorchio. «Abbiamo registrato l'indisponibilità della Confitarma - hanno precisato Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti - a negoziare e trovare soluzioni alternative all'unica richiesta formulataci lo scorso 4 giugno inerente il cosiddetto “riposo a bordo”. Prendiamo pertanto atto, altresì, della comunicazione con la quale la stessa Confitarma, chiudendo di fatto i lavori, in forma unilaterale ha dichiarato la rottura del negoziato per il rinnovo del Ccnl dell'intero comparto marittimo.
Una decisione, quella di Confitarma - ha sottolineato il responsabile nazionale dei marittimi della Uiltrasporti, Agostino Falanga - «inaspettata dopo tante riunioni che dalla scadenza ad oggi hanno impegnato queste organizzazioni sindacali per trovare una soluzione alla definizione del Ccnl. Eppure durante tutto questo periodo si è parlato, tutti d'accordo, di semplificazione delle norme dei Ccnl, di imbarco allievi ufficiali ed altre categorie, mentre non si è ancora discusso, in tutte le riunioni tenutesi in questo arco temporale, della quantificazione economica connessa al rinnovo». «A tale inopinata decisione datoriale - ha aggiunto Falanga - le organizzazioni sindacali hanno risposto dichiarando lo stato di agitazione, presupposto per iniziative di lotta sindacale che dovranno attuarsi se Confitarma continuerà a persistere nella negazione del rinnovo contrattuale».
Confitarma ha espresso rammarico per lo stato di agitazione proclamato dai sindacati, «motivandolo - ha specificato la Confederazione - sulla base di una decisione unilaterale assunta dalla Confederazione Italiana Armatori. Secondo Confitarma, invece, sono altre «le reali ragioni che hanno determinato il venir meno delle condizioni per proseguire l'intero negoziato, a seguito - ha replicato la Confederazione - delle rigide posizioni assunte dal sindacato per il comparto del rimorchio».
«È importante sottolineare - ha ricordato l'associazione armatoriale - che la trattativa per il rinnovo contrattuale, ripresa da diversi mesi, interessa anche gli altri comparti del settore marittimo, come il cabotaggio e i traffici internazionali, nonché l'adozione di nuove misure per incentivare l'occupazione italiana. Su tali temi si è progressivamente registrato un concreto avvicinamento tra le posizioni delle parti. Per quanto concerne il comparto del rimorchio, Confitarma da anni ha posto al centro del confronto sindacale l'esigenza di mettere le società concessionarie di questo servizio in condizione di poter competere alla pari con i concorrenti comunitari, in vista delle nuove gare per il rilascio delle concessioni divenute ormai obbligatorie, salvaguardando al contempo i livelli occupazionali dei marittimi italiani imbarcati sui rimorchiatori». «Nonostante l'indubbia valenza strategica di tale questione per l'intera trattativa - ha denunciato Confitarma - il sindacato ha assunto un atteggiamento di sostanziale chiusura che ne ha reso inevitabile la sospensione».
«In relazione alle dichiarazioni rilasciate da alcuni rappresentanti sindacali alla stampa che definiscono “fantasie” le proposte di Confitarma - ha proseguito la Confederazione - è necessario chiarire che tali proposte rispecchiano la disciplina comunitaria in materia già da anni applicata da tutti gli Stati membri marittimi comunitari, con la sola eccezione dell'Irlanda. Inoltre, la concorrenza degli armatori comunitari riguarderà verosimilmente tutti i porti nazionali di dimensioni medio-grandi. Il caso di Olbia, citato dal sindacato - secondo Confitarma - è palesemente fuorviante, trattandosi di un porto di piccole dimensioni, il cui ridotto numero di prestazioni di rimorchio non lo rende appetibile alla concorrenza estera».
Per la Confederazione Italiana Armatori, «proprio nella consapevolezza che ogni porto ha le sue peculiarità, a livello nazionale è necessario prevedere la possibilità di organizzare il lavoro attraverso l'utilizzo del riposo a bordo, mentre la disciplina applicativa della nuova organizzazione non potrà che essere rinviata ad un accordo aziendale, nelle realtà portuali dove se ne ravviserà la necessità».
Ricordando di condurre la trattativa anche per conto di Assorimorchiatori e Federimorchiatori, Confitarma ha concluso evidenziando di restare «comunque convinta che l'importanza oggettiva della proposta è tale da non poter essere ignorata dalle organizzazioni sindacali» ed ha auspicato pertanto «una modifica della loro posizione che possa consentire una complessiva ripresa del confronto nell'interesse generale del settore marittimo».
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