- Venerdì scorso a Trieste si è tenuta una riunione del Comitato consultivo del Porto di Monfalcone per esaminare una prima bozza di quelle che dovranno essere le linee guida per la stesura del nuovo Piano Regolatore Portuale di Monfalcone che dovrà sostituire il vecchio PRP risalente al 1979.
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- Entro la fine di questo mese i componenti del Comitato, che è formato da Regione Friuli Venezia Giulia, Comune e Provincia di Gorizia, Compagnia Portuale, Azienda Speciale per il Porto di Monfalcone, Consorzio per lo Sviluppo Industriale del Comune di Monfalcone, Capitaneria di Porto di Monfalcone, spedizionieri e sindacati, dovranno far pervenire alla Regione osservazioni e suggerimenti in modo da definire entro agosto tutti i dettagli dell'atto di indirizzo, per poi procedere alla stesura definitiva del Piano che dovrà essere sottoposto al parere del ministero competente.
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- Nel corso della riunione è stato evidenziato che il nuovo strumento urbanistico dovrà tenere conto prima di tutto dell'andamento dei traffici che, nonostante la perdurante crisi economica che ha interessato anche l'interscambio commerciale via mare, ha fatto registrare un andamento in controtendenza rispetto ad altri scali nazionali, con incrementi medi annui di oltre il cinque per cento nell'ultimo quinquennio, frutto in particolare di quella che è stata definita “l'esplosione” della movimentazione di autoveicoli. Da qui la necessità di superare le criticità strutturali esistenti, in particolare completando l'opera di dragaggio del canale di accesso (da portare gradualmente a una profondità di 13 metri), realizzando adeguate banchine di ormeggio, ampliando i piazzali di stoccaggio, potenziando il raccordo ferroviario.
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- Il nuovo Piano Regolatore, che sarà assoggettato alla Valutazione Ambientale Strategica (VAS) e, per i successivi interventi, a Valutazione di Impatto Ambientale (VIA), con una netta semplificazione procedurale - ha osservato la presidente della Regione, Debora Serracchiani - dovrà anche tenere conto della necessità di separare le attività nautiche da diporto da quelle portuali. Inoltre dovrà essere garantita la sostenibilità ambientale delle attività portuali: da qui indirizzi precisi volti al miglioramento della qualità ambientale delle strutture dello scalo e forte attenzione alla tutela delle aree naturali vicine: il Carso e il Sito di importanza nazionale (SIN) “Canneto del Lisert” della Rete Natura 2000.
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- «Lo scalo di Monfalcone - ha detto Debora Serracchiani a margine della riunione - deve poter operare in sinergia con i porti dell'Alto Adriatico, in particolare con Trieste, per il quale può essere complementare per quanto riguarda container e ro-ro. La Regione è interessata a creare tutte le condizioni affinché questo porto accresca la sua importanza».
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