- La società terminalista Taranto Container Terminal (TCT), nonostante la perdita degli approdi delle portacontainer oceaniche del gruppo armatoriale taiwanese Evergreen, nelle prossime settimane proseguirà ad operare anche durante gli attesi lavori di riqualificazione del terminal contenitori al Molo Polisettoriale servendo traffici realizzati prevalentemente con navi feeder. Questa rassicurazione sul prossimo futuro dell'attività al container terminal del porto della città pugliese è frutto dell'incontro tenutosi ieri presso la Prefettura di Taranto a cui hanno partecipato, oltre ai rappresentanti della società terminalista, i vertici dell'Autorità Portuale e delle istituzioni locali che a loro volta si sono impegnati ad accelerare i lavori di adeguamento del terminal e gli interventi di dragaggio, il cui ritardo aveva indotto TCT, che è partecipata per il 50% dal gruppo Hutchison Port Holdings (HPH), per il 40% dallo stesso gruppo Evergreen e per il 10% da GSI Logistics, a programmare una sospensione dell'attività.
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- Ieri intanto il presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, ha scritto al presidente del Consiglio, Matteo Renzi, e per conoscenza ai ministri delle Infrastrutture e Trasporti, del Lavoro e dello Sviluppo economico, affinché possa valutare «l'opportunità di una urgente convocazione a Roma di tutte le parti coinvolte». Nella lettera Vendola ricorda «le vicende legate al rilancio dell'attività del porto di Taranto, per le quali nel febbraio del 2012 è stato nominato un commissario straordinario per l'attuazione di opere infrastrutturali di importanza strategica», opere che - sottolinea - «hanno maturato nel tempo un preoccupante ritardo».
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- «Le agitazioni dei lavoratori ormai in cassa integrazione da più di due anni, la decisione del terminalista di spostare anche l'ultima rotta transoceanica dal porto di Taranto al porto del Pireo, interrompendo di fatto qualsiasi attività operativa sul terminal, le “comprensibili” istanze dell'Autorità Portuale di porre al terminalista “condizioni” e “garanzie” di operatività - spiega Vendola - stanno determinando delle frizioni che potrebbero facilmente degenerare in una irreversibile rottura. Sul punto, la scelta di TCT di dirottare ieri, verso il porto di Trieste, l'ultima nave transoceanica attesa a Taranto, ha contribuito ad esasperare ancora di più i rapporti già compromessi. Per questa ragione pur a conoscenza dell'iniziativa che il presidente dell'Autorità Portuale di Taranto prof. avv. Sergio Prete ha intrapreso per convocare in Prefettura a Taranto, la presidenza del Consiglio, le organizzazioni sindacali e la TCT Spa, per un incontro finalizzato alla sottoscrizione di un ulteriore accordo tra le parti - prosegue la lettera del presidente della Regione Puglia - le chiedo di valutare l'opportunità di una urgente convocazione a Roma, delle parti coinvolte (ApTA, TCT Spa, le organizzazioni sindacali e la Regione Puglia) ed esercitare una quanto mai incisiva azione di mediazione a recupero della normalità in un quadro di rispetto dei reciproci obblighi assunti dagli attori della vicenda. Obiettivo inderogabile sarà quello di confermare la volontà comune a proseguire nel percorso intrapreso, attraverso la rassicurazione che le legittime aspettative di tutti verranno soddisfatte attraverso l'impiego delle ingenti risorse disponibili, fondamentali per il rilancio della crescita e dello sviluppo di una realtà già pesantemente colpita».
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- Sulla critica situazione in atto al porto di Taranto è intervenuto il segretario generale della Uiltrasporti Claudio Tarlazzi, che ha evidenziato come «i ritardi nell'infrastrutturazione del porto di Taranto mettano a rischio il futuro occupazionale dei lavoratori dipendenti del terminal container che gestisce il Molo Polisettoriale. Non sono bastati tutti gli anni trascorsi dopo la programmazione e pianificazione degli interventi (a partire dai dragaggi) - ha denunciato - per adeguare lo scalo alle necessità e alle evoluzioni dello shipping. Rallentamenti pagati dai lavoratori con la messa in cassa integrazione a rotazione che coinvolge 530 lavoratori da oltre due anni. Per superare i contenziosi amministrativi e i mali atavici che riducono le possibilità di sviluppo del porto di Taranto e del Paese - ha rilevato Tarlazzi - è necessario che il governo intervenga con urgenza per affrontare qualsiasi ostacolo che deprime le opportunità di sviluppo di questo scalo. Più in generale, ben vengano interventi legislativi volti a rilanciare l'intera offerta portuale del nostro Paese attraverso una pianificazione nazionale delle infrastrutture e della logistica». Secondo il segretario generale della Uiltrasporti, «l'Autorità Portuale, invece, dovrebbe avere il coraggio di revocare la concessione alla società di gestione partecipata da Evergreen e Hutchinson e bandire una gara finalizzata a selezionare una nuova società cui affidare la gestione dell'area portuale che abbia la capacità di portare sviluppo al territorio e stabilità occupazionale».
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