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Progetto eCustoms, bisogna uscire dallo stallo altrimenti le procedure di sdoganamento faranno un passo avanti solo nel 2020
Lo ha detto il direttore centrale dell'Area Tecnologie per l'innovazione dell'Agenzia delle Dogane, Teresa Alvaro, nel corso del convegno sullo sdoganamento in mare organizzato dai Propeller Club di Ravenna e Milano
31 ottobre 2014
È necessario uscire dallo stallo che frena il progetto eCustoms altrimenti si potrà vedere un perfezionamento delle procedure di sdoganamento solo nel 2020. Lo ha affermato il direttore centrale dell'Area Tecnologie per l'innovazione dell'Agenzia delle Dogane, Teresa Alvaro, nel corso del convegno sul tema “Lo sdoganamento in mare” organizzato dal Propeller Club di Ravenna assieme al Propeller Club di Milano che si è tenuto nei giorni scorsi nella sala conferenze dell'Autorità Portuale di Ravenna.
La Alvaro ha ricordato che eCustoms è definito «la soluzione al dilemma doganale (28 autorità doganali che agiscono come una)». Il progetto è nato nel 2008 come accordo politico nell'Unione Europea e impegna la Commissione Europea e gli Stati membri all'instaurazione progressiva di una dogana elettronica paneuropea. Secondo la dirigente dell'Agenzia delle Dogane, bisogna «uscire rapidamente dallo stallo perché altrimenti, nella situazione attuale, si potrebbe forse sperare di vedere qualche passo in avanti nelle procedure di sdoganamento solo nel 2020» mentre «sarebbe necessario poter avere al più presto servizi integrati con i sistemi aziendali. L'obiettivo nel lungo termine - ha spiegato - è quello di arrivare alla Digital Supply Chain e già oggi in Italia la Dogana interagisce per via elettronica con gli altri attori del ciclo di import/export e con le piattaforme di monitoraggio nazionali (e non) dei mezzi di trasporto (su strada, via ferrovia, via mare e via aerea) oltre che con i vari “nodi logistici” (porti, interporti, aeroporti, brokers, ecc.)».
Nel suo intervento Teresa Alvaro ha affrontato anche il tema del dwell time (il tempo che intercorre da quando un container viene sbarcato fino a quando esce dal terminal portuale) ricordando come questo sia stato ridotto da 5,5 a 2,5 giorni. Risparmi di tempo concreti che certificano la validità di questo sistema di sdoganamento anticipato delle merci effettuato mentre la nave è in navigazione verso il porto di destinazione finale.
Parlando dello sdoganamento in mare, il presidente dell'Autorità Portuale di Ravenna ha invitato gli operatori ravennati a utilizzare lo strumento del pre-clearing: «è - ha rimarcato Galliano Di Marco
- un sistema innovativo messo a disposizione dall'Agenzia delle Dogane che gli utenti hanno il dovere di sfruttare per migliorare i tempi di sdoganamento delle merci».
Il presidente del Propeller di Ravenna, Simone Bassi, ha rilevato che «oggi la distanza tra luogo di partenza e luogo di destinazione delle merci non si misura più in termini di miglia marine o di transit time marittimo, ma in giorni complessivi necessari per l'immissione in mercato. La facilitazione del commercio è così rilevante che un giorno risparmiato nella tempistica complessiva di una importazione è in grado di determinare una crescita enorme in termini di traffici commerciali gestiti dal Sistema Paese. In questo contesto - ha sottolineato - il porto di Ravenna è stato pioniere della sperimentazione del pre-clearing prima e dello sdoganamento in mare poi. Il “Single Window” - ha osservato Bassi - necessita di un ulteriore salto di qualità per dispiegare i suoi pieni effetti ed il passo in avanti si potrà avere solo con la collaborazione di tutte le altre amministrazioni coinvolte, oltre alla Dogana; se anche una sola di queste rallenta o non collabora, il sistema inevitabilmente ne soffre. L'auspicio è dunque che le amministrazioni che fino ad oggi non si sono allineate lo facciano ed al più presto».
«Lo sdoganamento in mare - ha detto il presidente del Propeller Club di Milano, Riccardo Fuochi - è un importante tassello nella costruzione di un sistema portuale che vuole puntare ad un miglioramento complessivo. Va vista, quindi, con favore l'opera dell'Agenzia delle Dogane a portare avanti un processo di ammodernamento così importante, che potrà dare nuovi impulsi al rilancio del sistema portuale. Certo questo non basta: occorre realizzare le grandi opere di sviluppo infrastrutturali come i dragaggi e procedere parallelamente al miglioramento ed della qualità dei servizi legati alle operazioni portuali, fondamentali per la competitività di uno scalo. Questo è fondamentale per poter conquistare un posizionamento di porta di accesso alle merci provenienti dall'Asia e questo, con l'imminente aumento dei flussi determinati da Expo 2015 è una grande occasione per la comunità portuale ravennate».
«Il pre-clearance - ha aggiunto il presidente nazionale dei Propeller Clubs, Umberto Masucci - è già una realtà in molti porti italiani e dobbiamo dare atto di questo alla Agenzia delle Dogane ed alle Capitanerie di Porto. Come cluster dobbiamo guardare anche alle cose positive e fare squadra con le amministrazioni che funzionano. Se poi ci sono pecche in alcune amministrazioni che frenano i processi logistici nei porti italiani dobbiamo individuarle tra le 18 amministrazioni che se ne occupano. Un maggiore coordinamento tra le amministrazioni non è lesa maestà e non vuol dire togliere competenze a qualcuno ma solo efficientare il processo complessivo come avviene in tutti i maggiori Paesi europei».
In conclusione il direttore generale dell'Agenzia delle Dogane, Giuseppe Peleggi, ha sottolineato l'importanza di implementare a questo punto lo Sportello Unico Doganale che sarebbe già pronto (la Dogane dispongono da anni infatti della piattaforma telematica AIDA), ma rimane l'arduo compito di scegliere quale interfaccia amministrativa unica proporre agli operatori (VTMIS, Uirnet, ecc.).
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