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- Decreto Sblocca Italia
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- Art. 29
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- Pianificazione strategica della portualità
- e della logistica
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- 1. Al fine di migliorare la competitività del sistema portuale e logistico, di agevolare la crescita dei traffici (( delle merci e delle persone )) e la promozione dell'intermodalità nel traffico merci, anche in relazione alla razionalizzazione, al riassetto e all'accorpamento delle Autorità portuali esistenti, da effettuare ai sensi della legge n. 84 del 1994, e' adottato, con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, entro 90 giorni dall'entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto-legge, previa deliberazione del Consiglio dei ministri, il piano strategico nazionale della portualità e della logistica. (( Lo schema del decreto recante il piano di cui al presente comma e' trasmesso alle Camere ai fini dell'acquisizione del parere delle competenti Commissioni parlamentari. Il parere e' espresso entro trenta giorni dalla data di assegnazione, decorsi i quali il decreto può essere comunque emanato. ))
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(( 1-bis. All'articolo 5, comma 2-bis, della legge 28 gennaio 1994, n. 84, le parole: «nella predisposizione del piano regolatore portuale, deve essere valutata, con priorità, la possibile» sono sostituite dalle seguenti: «e' valutata con priorità la». ))
- 2. Allo scopo di accelerare la realizzazione dei progetti inerenti alla logistica portuale, entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, le Autorità portuali presentano alla Presidenza del Consiglio dei ministri un resoconto degli interventi correlati a progetti incorso di realizzazione o da intraprendere, corredato dai relativi crono programmi e piani finanziari. La Presidenza del Consiglio dei ministri, d'intesa con il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, seleziona, entro i successivi sessanta giorni,gli interventi ritenuti più urgenti sulla base delle proposte contenute nei documenti presentati dalle Autorità portuali, anche al fine di valutarne l'inserimento nel piano strategico di cui al comma 1, ovvero di valutare interventi sostitutivi. Resta fermo quanto disposto dall'articolo 13, commi 4, 5, 6 e 7 del decreto-legge 23 dicembre 2013, n. 145 convertito con modificazioni, dalla legge 21 febbraio 2014, n. 9 per i progetti volti al miglioramento della competitività dei porti italiani per il recupero dei traffici anche tra l'Europa e l'Oriente.
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- Uiltrasporti ritiene «incomprensibile che per la predisposizione del piano strategico nazionale della portualità e della logistica siano escluse le rappresentanze sindacali dei lavoratori». Ricordando che il testo del decreto-legge n. 133 del 12 settembre 2014 cosiddetto “Sblocca Italia”, coordinato con la legge di conversione n. 164 dell'11 novembre 2014, è stato pubblicato sulla “Gazzetta Ufficiale” di mercoledì scorso, Claudio Tarlazzi, segretario generale dell'organizzazione sindacale, si è augurato che con l'approvazione del decreto Sblocca Italia «inizi una nuova stagione che dia slancio alla realizzazione di un sistema integrato e sinergico tra logistica e porti, elemento imprescindibile, per lo sviluppo del nostro Paese e - ha aggiunto - per rendere più competitivo l'intero sistema produttivo, come, peraltro, era stato previsto dal Piano del 2011».
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- «Sono indispensabili - ha rilevato il rappresentante di Uiltrasporti - misure efficienti di politica dei trasporti, partendo appunto dalla valorizzazione dell'interconnessione dei nodi logistici, individuando le priorità nel piano strategico nazionale della portualità e della logistica. In questo contesto la parte lavoro è sostanziale per la qualità del sistema, correggendo e non estendendo le cause che nella filiera terrestre hanno prodotto pesanti diseconomie».
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- «Appare incomprensibile - ha però denunciato Tarlazzi - che nel comitato scientifico “porti e logistica” formalizzato per individuare soluzioni e progetti per la competitività del sistema logistico e dei porti italiani, siano chiamati a farne parte solo i rappresentanti della committenza e delle grandi lobby e invece siano escluse le rappresentanze sindacali dei lavoratori. Essendo, il suddetto comitato, ancora in via di composizione - ha sottolineato - sarebbe opportuno che tale stortura venisse corretta dimostrando alla parte lavoro che il sindacato dei lavoratori non è solo utile per discutere di disoccupazione o cassa integrazione ma anche per dare il proprio contributo per lo sviluppo delle aziende e dell'intero sistema Paese».
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