- Oggi, a compimento di un ciclo di investimenti in infrastrutture di sette milioni di euro nell'ultimo anno e mezzo che si somma al precedente per un totale di 13 milioni in quattro anni e mezzo, progettato, realizzato e messo in produzione in 16 mesi, insieme con il potenziamento dell'impiantistica elettrica passando da 1,9 MW a 5,3 MW di potenza installata, grazie anche all'apporto delle risorse del “POR CRO Regione Liguria 2007-2013”.
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- In occasione dell'inaugurazione l'azienda, che con i due Cantieri di Genova (Amico & Co) e Loano (Amico Loano) opera nel refit e service agli yacht dai 30 ai 140 metri, ha spiegato che il refit e service costituiscono solo una parte dei servizi operativi che possono essere forniti ai mega-yacht e che rappresentano a livello mondiale un mercato molto ampio - del valore di circa 20 miliardi di euro ed in costante crescita - comprendente la cantieristica, i servizi a terra, le professionalità di bordo e il turismo. Il presidente di Amico & Co, Alberto Amico, e l'amministratore delegato della società, Bruno Guglielmini, hanno evidenziato che quindi le opportunità di mercato per l'attività di Amico corrispondono a concrete e notevoli occasioni di sviluppo per tutta la filiera produttiva genovese e regionale, la quale ha potenzialità importanti ad oggi sfruttate pochissimo: cogliere tali occasioni - hanno rilevato - significa accedere a un mercato che, per le attività complementari al refit, può generare un volume d'affari pari a circa otto volte il valore del refit stesso.
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- «Le istituzioni preposte al governo del territorio, Regione, Comune e Autorità Portuale - hanno osservato Amico e Guglielmini - dovrebbero a nostro avviso porre particolare attenzione alle necessità di un settore che è in grado di garantire lavoro e sviluppo e può, pertanto, rappresentare un fattore strategico per l'intera economia ligure».
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- «Genova, all'interno di questo sistema - hanno proseguito - può diventare un home port di assoluta eccellenza in area mediterranea: oggi abbiamo un'occasione importante per conseguire questo obiettivo attraverso le scelte che dovranno essere fatte, ad esempio, su temi quali il ridisegno del waterfront di levante e l'utilizzo della darsena nautica. Vincere su un mercato globale come questo è molto più di una possibilità: tutto dipende dalle risposte che saremo in grado di dare».
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- Spiegando che Amico & Co sta iniziando a cogliere l'opportunità del mercato mondiale del refit e service di megayacht, navi da diporto tra i 60 e i 140 metri, e che da settembre ad oggi sono già 17 le commesse su navi over 50 metri acquisite dall'azienda, Amico e Guglielmini hanno però denunciato la scarsità di aree a disposizione per supportare questo sviluppo: siamo costretti - hanno specificato - «in uno spazio molto limitato rispetto alle necessità produttive, i nostri principali concorrenti nel mondo hanno spazi da due a quattro volte superiori. Abbiamo pronto - hanno annunciato - un nuovo importante ciclo di investimenti in infrastrutture, ed abbiamo già in parte presentato ad Autorità Portuale proposte concrete su bacini, nuove aree produttive e darsena nautica».
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- «Ma il futuro nostro e del settore - hanno detto i manager di Amico & Co - dipende dalle scelte e dalle decisioni della politica, o meglio delle istituzioni locali, alle quali chiediamo: di riconoscere la strategicità di questo settore; di tradurre in fatti questa valutazione, il che concretamente significa - per Autorità Portuale, Comune e Regione - trovare i punti di equilibrio tra le diverse attività presenti nel waterfront di levante. Non esistono di fatto - hanno rilevato - contrapposizioni tra costruzione e riparazione di navi commerciali, costruzione e riparazione di yacht, circoli nautici e manifestazioni fieristiche dedicate alla nautica».
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- «Sono sempre esistiti e continueranno ad esistere - hanno sostenuto Amico e Guglielmini - tentativi di strumentalizzazione di quello che dovrebbe essere un sano confronto, che nascondono solo da debolezze, o tentativi di tenere tutto fermo a vantaggio di pochi, a difesa di una rendita di posizione che non esiste più, o impedire di crescere a chi ne ha la capacità. Sono decenni che il mondo è cambiato e sta continuando a cambiare, non a Genova. Confidiamo nella volontà di dare una sterzata a questo sistema e mettere a frutto il bene più prezioso che abbiamo, il territorio e le aree produttive, misurando i diversi progetti che vengono proposti con il metro dei piani di impresa, del mercato reale. Ci aspettiamo - hanno concluso - che le proposte delle istituzioni per i modelli di sviluppo e di gestione, su temi importanti quali il ridisegno del waterfront, l'utilizzo della darsena nautica e la privatizzazione dei bacini di carenaggio, siano sostenibili rispetto alle regole del mercato globale, diano certezze per l'utilizzo delle infrastrutture, permettano alle aziende di effettuare i necessari investimenti».
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