- Il Nuovo Consorzio del Porto di Trapani, società cooperativa costituita da operatori dello scalo siciliano, ha inviato una lettera aperta ai parlamentari europei, nazionali e regionali eletti in Sicilia per protestare contro le dichiarazioni rese dal presidente dell'Autorità Portuale di Palermo, Vincenzo Cannatella, al quotidiano “La Sicilia” in merito al possibile accorpamento dell'Autorità Portuale di Palermo e Termini Imerese con Trapani nell'ambito delle misure per la riforma della legislazione in materia portuale allo studio del governo. «Ritengo - ha spiegato Cannatella al giornale siciliano - che sia un'opportunità importante perché Trapani potrebbe diventare un approdo strategico per il traffico merci su container. La riforma non intacca il ruolo dello scalo di Palermo, che rimane uno snodo fondamentale nel corridoio Helsinki-La Valletta».
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- Secondo il Consorzio, Cannatella avrebbe rivelato in anticipo le decisioni sulla riforma dei porti prese dal Comitato per la Portualità e la Logistica formato dai 15 saggi nominati dal ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Maurizio Lupi, che dovrebbero essere inserite in un disegno di legge che il governo Renzi presenterà alle Camere.
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- Agli operatori del Consorzio non è andata giù la proposta di Cannatella di assegnare allo scalo trapanese il ruolo di «approdo strategico per il traffico merci con container». «In pratica - denuncia il Consorzio - il presidente dell'Autorità Portuale di Palermo ha già deciso, ex ante e al posto del parlamento italiano, il futuro del porto di Trapani. Le affermazioni - secondo gli operatori trapanesi - sono molto gravi ed oltremodo lesive nei confronti della libertà di impresa degli operatori portuali trapanesi, non solo perché - spiegano - Trapani è vista sempre da Palermo come una terra di conquista (e ciò è già avvenuto alla Sovrintendenza, all'ASP, al Consorzio Universitario, all'ex Provincia ecc.) ma anche perché, approfittando della riforma dei porti, si vuole imporre ad un altro territorio i propri progetti e le proprie idee, modificando, in questo modo, la vocazione turistica e diportistica delle attività legate al nostro porto».
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- Il Nuovo Consorzio del Porto di Trapani ha chiesto quindi ai parlamentari «un intervento, forte e determinato, nelle competenti sedi istituzionali, non solo per rimettere ragionevolmente nei giusti binari la questione della riforma dei porti, ma anche per sottolineare e ribadire il legittimo riconoscimento dell'autodeterminazione della popolazione trapanese».
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