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Aspedo, con l'operazione del corridoio Ikea le competenze degli spedizionieri doganalisti verranno totalmente bypassate
Borra: «non è accettabile che si entri a gamba tesa in dinamiche di mercato privatistico»
26 marzo 2015
Alla vigilia dell'assemblea delle associazioni degli spedizionieri di Genova, La Spezia e Savona, che si terrà domattina nel capoluogo ligure, l'Aspedo - Associazione Spezzina Doganalisti ha rivolto una dura accusa all'Autorità Portuale della Spezia.
«La scelta dell'Autorità Portuale di introdurre per primi in Italia il corridoio doganale sui magazzini Ikea a danno degli spedizionieri doganalisti della Spezia, delle proprie aziende e complessivamente dell'economia locale - ha denunciato il presidente di Aspedo, Flavio Borra - rappresenta il precedente che romperà l'equilibrio virtuoso e di collaborazioni che hanno reso possibile negli anni il successo del porto della Spezia: il così detto modello Spezia».
«Non è accettabile - ha sottolineato Borra - che si entri a gamba tesa in dinamiche di mercato privatistico, che è quello che produce ricchezza ed occupazione ad alto valore aggiunto, in totale violazione delle regole di mercato. Con questa operazione del corridoio Ikea - ha spiegato - sostanzialmente quelle che sono le competenze degli spedizionieri doganalisti, previsti dalla legge, e cioè l'emissione dei documenti doganali, verranno totalmente bypassate e sostituiti da strumenti di controllo satellitari molto costosi sugli automezzi che avranno il compito di monitorare il container dal porto della Spezia fino al magazzino Ikea senza nessun documento».
«I costi di tutta questa procedura - ha specificato il presidente di Aspedo - saranno interamente a carico dello Stato che li sosterrà attraverso Uirnet che è la società di diritto pubblico partecipata anche dall'Autorità Portuale della Spezia».
«Siamo di fronte - ha proseguito Borra - a dinamiche che inquinano il mercato che raccontano falsi efficientismi e che produrranno il solo fatto concreto di spostare le attività doganali dal porto della Spezia in luoghi dell'interno. Come dire che alla Spezia si fa il lavoro di carico e scarico in banchina e quello che invece rappresenta la ricchezza vera del contenitore lo si trasferisce altrove! Abbiamo in questi mesi - ha ricordato il presidente dei doganalisti spezzini - cercato di fare capire all'Autorità Portuale che questa procedura dei corridoi doganali, che viene spacciata per modernizzazione, produce invece perdita di peso economico per la nostra città insieme alla perdita di professionalità ed occupati (circa 500 addetti)».
Il commento di inforMARE
Qui a Genova, quando presidente della locale Autorità Portuale era Giuliano Gallanti, si è parlato per anni del rapporto tra città e porto, della loro forzata convivenza e delle opportunità che lo scalo portuale può offrire alla comunità cittadina.
Con il cambio al vertice dell'ente portuale questo dibattito è andato scemando. Ci è rimasta impressa una presa di posizione, ribadita in altre sedi, che Luigi Merlo aveva espresso due anni fa proprio nel corso dell'assemblea annuale dell'associazione degli spedizionieri genovesi. Parlando degli ostacoli che si frappongono allo sviluppo della portualità, l'attuale presidente dell'Autorità Portuale di Genova aveva fatto riferimento al dissenso degli spedizionieri rispetto alla partecipazione dell'ente portuale a progetti come il Tiger, che ha lo scopo di rendere più efficiente il ciclo logistico porto-retroporto, progetti «che - aveva denunciato l'allora presidente di Spediporto, Roberta Oliaro - rischiano di trasformare il nostro scalo in un mero corridoio di trasferimento di contenitori». «La colpa di Tiger - aveva risposto Merlo - è di facilitare lo sdoganamento al di fuori di Genova».
La replica ci aveva colpiti, perché vi intravedevamo un'incrinatura del rapporto tra città e porto.
Compito del porto di Genova, così come del porto della Spezia, è di movimentare con efficienza, rapidità e in sicurezza le merci in arrivo o in partenza dall'Italia. A meno di non essere ipocriti, è tuttavia doveroso ammettere che il porto oltre che un'opportunità per la città costituisce anche una servitù per la comunità locale. Ci pare quindi che compito e interesse del porto sia anche quello di promuovere il benessere socio-economico della città di cui fa parte.
Con il trasferimento di servizi dalla città portuale ad altre sedi, oppure vanificando l'attività di servizio svolta da operatori locali, sussiste il concreto rischio che la comunità cittadina possa percepire sempre più il porto come un ostacolo anziché un vantaggio. A meno, forse, che il porto non inietti direttamente denaro nelle casse del Comune, e questo è un tema che avrebbe potuto essere affrontato nell'ambito della revisione della legislazione in materia portuale.
Di una cosa siamo sicuri: che un porto in contrapposizione con la sua città non ha alcun futuro.
Bruno Bellio
«A nome delle tre associazioni di categoria - ha reso noto Borra - abbiamo formulato una richiesta d'incontro con il presidente dell'Autorità Portuale e ad oggi non abbiamo avuto nessun riscontro mentre riteniamo che la nostra realtà associativa, assieme a quella degli agenti marittimi e delle case di spedizione, possa dare un contribuito determinante ad esaminare queste fasi tecniche specifiche del nostro lavoro».
«Ricordiamo - ha evidenziato inoltre il presidente di Aspedo - che se oggi il porto della Spezia è quello dei primati dell'efficienza e dell'innovazione tecnologica è grazie agli investimenti e all'impegno di imprese private che hanno dedicato risorse e passione per fare grande questo porto creando, tra l'altro primi in Italia, una piattaforma informatica interamente con risorse private per la gestione dei documenti doganali».
«Auspichiamo - ha concluso Borra - che di fronte a questa scelta dell'Autorità Portuale si possa aprire con tutti gli attori interessati, il prima possibile, un confronto serio leale e trasparente nel quale ognuno possa assumersi la responsabilità degli effetti che conseguiranno dalla procedura dei corridoi doganali».
L'Autorità Portuale della Spezia ha definito «quantomeno ingenerose» le critiche mosse all'ente dall'associazione dei doganalisti. In una nota l'authority portuale ha evidenziato come, per prima cosa, «il progetto Ikea sia stato elaborato direttamente dalla stessa azienda con l'Agenzia Nazionale e Regionale delle Dogane e non riguardi solo il nostro porto ma anche e prevalentemente il porto di Genova. Non si capisce quindi - ha osservato l'authority spezzina - per quale motivo le accuse vengano rivolte all'Autorità Portuale che, tra l'altro, contrariamente a quanto affermato nel comunicato dal loro presidente, ha sempre cercato la collaborazione con la categoria degli spedizionieri doganali, prestando loro la massima attenzione e sempre tenendo in grande considerazione il prezioso lavoro da essi svolto».
«In accordo con essi - ha ricordato l'ente - l'Autorità Portuale ha dato forte impulso alla procedura di preclearing, oggi realizzata con pieno successo e soddisfazione per tutti, alla cui attuazione l'Autorità Portuale ha subordinato e rinviato ogni richiesta di accordo che le veniva avanzata e sollecitata da diversi interporti quali quelli di Melzo, Prato, Bologna e Padova».
«L'impegno dell'Autorità Portuale - ha sottolineato l'ente - è che le ricadute economiche derivanti dal porto rimangano il più possibile sul territorio. Ma ciò - ha precisato - non deve andare a discapito dell'evoluzione e modernizzazione dello scalo sul terreno dell'innovazione in particolare proprio per quello che riguarda l'evoluzione tecnologica e l'informatizzazione che consentono, grazie alla maggiore efficienza che ne deriva, di affrontare la competizione internazionale e di accrescere la capacità del porto spezzino di attrarre traffici, che al contrario si rivolgerebbero altrove e in buona misura fuori dal nostro Paese».
«Stupisce quindi - prosegue la nota dell'Autorità Portuale della Spezia - l'attuale atteggiamento di chiusura della categoria, la stessa che in più di una occasione si è orgogliosamente espressa ribadendo che i successi del nostro porto derivano dall'essere sempre stato all'avanguardia in ogni settore!»
Inoltre l'Autorità Portuale ha rilevato «come molte imprese di spedizione si stiano organizzando per aprire uffici in diversi interporti. Per tutto questo l'Autorità Portuale ritiene quantomeno ingenerose le accuse che le vengono mosse».
«Anche riguardo alla richiesta di incontro - ha replicato l'ente - lo stesso era stato tempestivamente fissato e più volte rinviato anche per impegni di lavoro dell'attuale presidente degli spedizionieri. Questo incontro, per quanto riguarda i vertici di Autorità Portuale, potrà già svolgersi a partire da lunedì prossimo».
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