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Voto unanime del consiglio regionale della Sardegna per evitare la privatizzazione totale del servizio marittimo operato dalla Saremar
Noi - ha precisato l'assessore Deiana - affideremo il servizio, per impedire che il servizio sia negato. E qualunque armatore comunitario, pubblico o privato, potrà partecipare alla gara»
7 maggio 2015
Il consiglio regionale della Sardegna ha approvato con 49 voti favorevoli e un astenuto un ordine del giorno sottoscritto da tutti i capigruppo che impegna la giunta a mettere in atto tutte le azioni e gli strumenti finalizzati ad evitare la privatizzazione totale del servizio e della gestione del trasporto marittimo infraregionale attualmente operato dalla Saremar, compagnia di intera proprietà della Regione Sardegna, e/o mantenere pubblica la proprietà. Inoltre l'ordine del giorno impegna la giunta regionale a comunicare ufficialmente tutti i propri atti relativi al tema al governo e alla Commissione Europea, ad aprire un tavolo di confronto con il governo nazionale insieme con tutti i parlamentari e europarlamentari sardi, ad avviare le procedure pubbliche per la ricerca del partner privato, a programmare e rendere operativa una soluzione di tutela di tutti i posti di lavoro attualmente attivi e ad istituire un apposito organismo di controllo in cui siano presenti anche i rappresentanti delle comunità locali interessate.
Illustrando il contenuto dell'ordine del giorno, il primo firmatario della mozione, il consigliere di Sel Luca Pizzuto, ha ripercorso le tappe principali della vicenda della Saremar, società della Regione che assicura il diritto alla mobilità di oltre 17.000 persone fra Carloforte e La Maddalena, con circa 270 addetti complessivi, ora - ha ricordato - purtroppo vicina al fallimento e limitata nella sua azione da una normativa che, a legge invariata, rende ineluttabile la privatizzazione. Si tratta però di una scelta - ha osservato Pizzuto - «che in altri contesti non ha prodotto risultati, bloccando i servizi o determinando situazioni devastanti per lavoratori ed utenti al punto da spingere molte comunità a chiedere il ritorno a forma pubblica». Ad avviso del consigliere di Sel, giunti a questo punto «occorre lavorare attorno ad un progetto di gestione pubblica o mista ma a maggioranza pubblica che, attraverso la modifica della normativa vigente, comprenda anche l'inserimento di clausole sociali, a tutela del servizio e soprattutto dei lavoratori».
Nel corso del dibattito il presidente della Commissione Trasporti, Antonio Solinas (Pd), ha ricordato che dal 31 dicembre 2015 Saremar non esisterà più. «L'obiettivo che dobbiamo raggiungere - ha concordato - è quello di garantire il diritto alla mobilità ai residenti di Carloforte e La Maddalena e ai turisti che vogliono raggiungere le due isole. È nostro dovere scrivere regole certe per il futuro che vengano rispettate e possano essere verificate in qualsiasi momento. All'interno di queste regole deve essere messa al primo posto la salvaguardia dei 180 posti di lavoro della Saremar». Il presidente della Quarta Commissione del consiglio regionale ha poi fatto un breve excursus sulla vicenda della compagnia marittima: «i problemi - ha ricordato - vanno avanti da qualche anno. Dal 2012 Saremar è costata 50 milioni di euro ai cittadini sardi, oggi c'è l'esigenza di salvaguardare il contributo annuale dello Stato per garantire il trasporto verso le isole minori». Solinas, infine, si è detto convinto della necessità di individuare un nuovo modello di gestione per le compagnie marittime: «la normativa europea non vede di buon occhio la gestione pubblica; una forma mista - ha rilevato - può essere la soluzione migliore».
Nel suo intervento l'assessore regionale ai Trasporti, Massimo Deiana, ha precisato «che si parla di privatizzazione, ma in realtà si dovrebbe parlare di cessione di un pacchetto di controllo della società. Il servizio di trasporto - ha specificato - in realtà è pubblico e dunque non può essere privatizzabile, perché è sostenuto con risorse pubbliche. Dunque, il tema della nostra discussione dovrebbe essere questo: quale capitolato dovrebbe darsi la Sardegna per il collegamento con le isole minori? Noi stiamo lavorando molto su questo tema, chiedendo alle comunità locali di raccogliere le esigenze di quei cittadini in modo da tenerne conto nel nostro lavoro. E quelle comunità saranno poi rappresentate nel comitato di monitoraggio. Noi - ha concluso l'assessore - affideremo il servizio, per impedire che il servizio sia negato. E qualunque armatore comunitario, pubblico o privato, potrà partecipare alla gara».
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