- I porti della Generalità di Catalogna generano un impatto economico annuo nella regione pari a un miliardo di euro e sostengono 12.000 posti di lavoro, ovvero le attività in settori quali la pesca, l'acquacoltura, le marine, la ristorazione, l'industria (cantieri navali e bacini di carenaggio), il commercio, il turismo e i servizi producono lo 0,5% del prodotto interno lordo catalano e lo 0,4% dell'occupazione in Catalogna. Lo ha sottolineato Santi Vila i Vicente, consigliere al Territorio e alla sostenibilità del governo della Catalogna, inaugurando lunedì un convegno sulle crociere nella Costa Brava nel corso del quale ha elencato le principali conclusioni di uno studio realizzato dalla società pubblica Ports de la Generalitat.
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- Lo studio analizza l'impatto economico di ogni euro generato dalle attività portuali, che si traduce in due euro nell'economia generale. Inoltre ogni persona occupata direttamente nei porti genera altri 1,7 nuovi posti di lavoro. Per quanto riguarda il rapporto tra l'impatto economico dei settori pubblico e privato, lo studio rileva che un euro investito dal settore pubblico nel campo della gestione e degli investimenti portuali si traduce in 24,5 euro di attività economiche private. Allo stesso modo, ad un posto di lavoro nel settore pubblico corrispondono 23 posti di lavoro in settori socio-economici privati.
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- Villa ha evidenziato la natura dinamica del sistema portuale catalano, che è costituito da 45 porti con esclusione di quelli di Barcellona e Tarragona che sono di interesse generale, ed ha ricordato che il governo ha attualmente in fase di elaborazione la nuova legge sui porti che - ha specificato - ha l'obiettivo di identificare i porti «come un vero e proprio motore economico chiave per il futuro del Paese». Con tale scopo - ha spiegato - la nuova legge introdurrà modifiche per far sì che il sistema concessorio diventi più flessibile e incentivi gli investimenti.
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