- Nel 2014 il volume d'affari generato dall'industria delle crociere in Europa ha raggiunto un nuovo record essendo salito a 40,22 miliardi di euro, con una crescita del +2,2% rispetto a 39,36 miliardi di euro nell'anno precedente. Lo scorso anno - sottolinea il rapporto sul contributo del turismo crocieristico alle economie in Europa presentato oggi dall'associazione crocieristica CLIA Europe - la sola spesa diretta prodotta dal settore è stata di 16,6 miliardi di euro rispetto a 16,2 miliardi nel 2013.
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- Il rapporto evidenzia inoltre che nel 2014 l'industria crocieristica ha generato quasi 10.000 nuovi posti di lavoro in Europa per un totale di 348.930, con un incremento del +2,8% rispetto alla fine del 2013.
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- «L'industria delle crociere - ha rilevato il presidente di CLIA Europe, Pierfrancesco Vago - sta dando un contributo vitale alla ripresa economica dell'Europa. Nel 2014 il settore crocieristico ha immesso circa 40 miliardi di euro nell'economia europea e ha sostenuto quasi 350mila posti di lavoro europei, oltre 80mila dei quali nel settore manifatturiero. Questi risultati record sono qualcosa per cui tutti noi abbiamo lavorato duramente e che dovremmo celebrare e accrescere».
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- Vago ha tuttavia avvertito che, «anche se in Europa potrà essere ottenuta in futuro un'ulteriore crescita, ciò non affatto garantito. Anche se - ha spiegato - nel 2014 un numero record di 6,4 milioni di cittadini europei ha prenotato crociere e i cantieri navali europei sono rimasti al centro della cantieristica mondiale delle crociere con un portafoglio ordini record per la costruzione di nuove navi da crociera, ci sono alcuni segnali preoccupanti. Ad esempio - ha precisato Vago - il numero di imbarchi per le crociere dai porti europei è sceso del -3,6% a 5,85 milioni».
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- «Questo trend calante dell'Europa quale destinazione - ha osservato il presidente di CLIA Europe - è il risultato di notevoli ostacoli alla crescita che, se ignorati, rischiano di bloccare per sempre il potenziale e rischiano di fermare la crescita economica annuale per ottenere la quale tutti noi abbiamo lavorato duramente». Vago ha specificato quali sono, ad avviso di CLIA Europe, questi ostacoli: «l'Europa - ha chiarito - deve affrontarli applicando in modo equilibrato la legislazione in materia ambientale, deve snellire le procedure dei visti, deve investire in infrastrutture costiere e migliorare le infrastrutture portuali».
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