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Filt Cgil, bene l'ok al nuovo Piano della Portualità e della Logistica, ma è necessario un confronto con il mondo del lavoro
Non si conosce nulla - denuncia il sindacato - sui temi della regolazione del mercato nel porto
6 luglio 2015
Filt Cgil chiede di essere coinvolta nel procedimento di definizione del nuovo Piano della Portualità e della Logistica approvato venerdì dal Consiglio dei ministri. «Da subito - spiega il sindacato - chiederemo nuovamente di essere convocati dal governo e di essere ascoltati dalle Commissioni parlamentari che, a breve, dovranno esprimere un parere sul decreto e sul suo iter».
Filt Cgil ha accolto con soddisfazione l'approvazione del Piano da parte del governo. «Era e rimane un fatto positivo, in una fase così delicata dell'economia del nostro Paese e in Europa - sottolinea l'organizzazione sindacale - tradurre in atti il concetto che il settore portuale e logistico riveste un'importanza assoluta per uscire dalla crisi».
Secondo la Federazione dei Trasporti della Cgil, «le azioni e gli strumenti legislativi, non ancora definiti, che servono per mettere in rete i porti con la logistica saranno un passaggio fondamentale per capire le intenzioni del governo sul metodo partecipativo che intende adottare, primo tra tutti il passaggio alle Commissioni che dovranno esprimere un parere ed è però evidente - precisa il sindacato - che, se il governo richiederà una legge delega che gli dia nel tempo poteri totali di intervento, ci troveremmo di fatto nella impossibilità di avere alcun ruolo diretto o indiretto».
In tal senso - rileva Filt Cgil - serve «un recupero dei ruoli di rappresentanza sociale e parlamentare, oggi utilizzati in forma discriminatoria, che in passato invece hanno dimostrato di saper trovare punti avanzati di mediazione».
Sinora - denuncia il sindacato - ciò non è avvenuto: «ad oggi - osserva la Filt - il governo ha scelto di tenere fuori, non solo dal confronto ma anche dall'ascolto il mondo del lavoro, al contrario di quello delle imprese coinvolto in tutte le fasi decisionali e non si conosce nulla sui temi della regolazione del mercato nel porto, delle attività specialistiche, ma soprattutto delle regole che attengono all'utilizzo della forza lavoro con quali vincoli di sicurezza, formazione, specializzazione e su quale contratto di lavoro interessi le attività portuali o retro portuali con il rischio che entrino in competizione i contratti di lavoro e quindi il lavoro».
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