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Nel primo semestre Premuda ha registrato un ulteriore deterioramento delle performance economiche
Ricavi in calo del -5,5%
6 agosto 2015
La società armatoriale italiana Premuda ha chiuso il primo semestre di quest'anno con un ulteriore deterioramento delle performance economiche, periodo su cui - ha precisato la compagnia - sono pesati diversi fattori, alcuni di natura non ricorrente, tra cui la riduzione della flotta, il mercato dei noli dei carichi secchi ancora molto insoddisfacente, la mancanza di ricavi da parte della FPSO Four Rainbow, le svalutazioni di tre unità, l'effetto dei cambi valutari, il peso degli interessi passivi e il peso dei costi di struttura.
Premuda ha archiviato la prima metà del 2015 con una perdita netta di -39,9 milioni di euro su ricavi base time charter per 29,9 milioni di euro rispetto ad una perdita netta di -15,4 milioni di euro su ricavi base time charter per 31,5 milioni di euro nel primo semestre dello scorso anno. Il risultato operativo è stato di segno negativo per -27,9 milioni di euro rispetto ad un passivo operativo di -8,9 milioni di euro nei primi sei mesi del 2014.
Premuda ha sottolineato che, «al netto delle operazioni contabili non monetarie e non legate alla gestione operativa (svalutazioni degli asset ammontanti a 18,921 milioni di euro e differenze di cambio sui finanziamenti pari ad 6,663 milioni di euro), il risultato del semestre sarebbe stato in perdita per 14,346 milioni di euro, in linea col corrispondente periodo dell'esercizio precedente».
Nel solo secondo trimestre di quest'anno la compagnia italiana ha totalizzato una perdita netta di -25,3 milioni di euro su ricavi base time charter per 14,5 milioni di euro rispetto ad una perdita netta di -12,1 milioni di euro su ricavi base time charter per 15,0 milioni di euro nel periodo aprile-giugno dello scorso anno. Il risultato operativo trimestrale è stato negativo per -24,1 milioni di euro rispetto ad un passivo operativo di -7,1 milioni di euro nel secondo trimestre del 2014.
Premuda ha precisato che «dopo la chiusura del semestre sono attivamente proseguite le negoziazioni con le banche con l'obiettivo di approvare quanto prima il piano di ristrutturazione dell'indebitamento del gruppo e porre fine alla attuale situazione di inadempimento nei confronti degli istituti finanziatori. Nell'impossibilità di giungere alla stipula degli accordi definitivi entro la pausa estiva e con l'intento di porre le società del gruppo nella condizione di poter effettuare alcune necessarie dismissioni di cespiti volte ad ottenere un sufficiente livello di liquidità - ha ricordato la compagnia - nel corso del mese di luglio sono stati sottoscritti con tutte le banche finanziatrici appositi accordi di standstill (pacta de non petendo), aventi durate diverse, fino a massimo il 31 dicembre 2015. Con tali accordi le banche formalizzano la loro intenzione di non agire per il pagamento di quanto loro dovuto, sono informate dell'intenzione delle società del gruppo di effettuare le citate dismissioni e, pur non assumendo formali impegni a concludere un accordo, si impegnano in buona fede a continuare le negoziazioni con l'intento di giungere alla stipula di un accordo definitivo entro il 31 ottobre 2015, sulla base di una bozza di termsheet già concordata nei termini fondamentali».
Premuda ha inoltre specificato che «l'eventualità che non si addivenga all'accordo definitivo si configura comunque come una rilevante incertezza che può far sorgere significativi dubbi sulla capacità del gruppo Premuda di continuare ad operare sulla base del presupposto della continuità aziendale. Gli amministratori di Premuda - ha però sottolineato l'azienda - hanno tuttavia mantenuto la ragionevole convinzione che le probabilità di giungere ad un accordo con le banche finanziatrici siano superiori rispetto all'ipotesi di fallimento delle trattative ed al conseguente verificarsi di altri scenari di natura concorsuale e, sulla base di ciò, hanno predisposto la relazione finanziaria relativa al primo semestre 2015 sulla base della continuità aziendale».
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