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Il gruppo A.P. Møller-Mærsk ha chiuso il secondo trimestre del 2015 con un utile netto di 1,09 miliardi di dollari (-52,9%)
Ricavi in calo del -11,9%. Nel segmento dei container Maersk Line e APM Terminals hanno registrato una flessione dei risultati
13 agosto 2015
Nel secondo trimestre di quest'anno il risultato economico netto del gruppo armatoriale danese A.P. Møller-Mærsk ha registrato un sensibile deterioramento essendo ammontato a 1,09 miliardi di dollari, in calo del -52,9% rispetto a 2,30 miliardi di dollari nel periodo aprile-giugno del 2014, deterioramento che è però effetto degli utili per 2,78 miliardi di dollari registrati nel secondo trimestre dello scorso anno che sono stati prodotti da attività dismesse, ovvero dalla partecipazione del gruppo nella catena di supermercati Dansk Supermarked Group ( del 7 gennaio 2014).
Anche il volume d'affari ha subito una accentuata contrazione: i ricavi sono diminuiti del -11,9% a 10,53 miliardi di dollari rispetto a 11,95 miliardi di dollari a causa principalmente della diminuzione del prezzo del petrolio e dalla contrazione dei noli nel settore del trasporto marittimo di container. L'EBITDA si è attestato a 2,63 miliardi di dollari (-14,7%). L'utile operativo, grazie ad una consistente riduzione pari a 966 milioni di dollari dei costi operativi dovuta alla diminuzione del costo del combustibile e all'applicazione di misure di contenimento dei costi, è stato pari a 1,54 miliardi di dollari, in crescita del +188,7% sul secondo trimestre dello scorso anno.
Nel solo settore del trasporto marittimo containerizzato, Maersk Line ha registrato ricavi per 6,26 miliardi di dollari, in calo del -9,3% rispetto a 6,90 miliardi di dollari nel secondo trimestre del 2014. Nel periodo aprile-giugno di quest'anno la compagnia ha trasportato carichi containerizzati pari a 2,48 milioni di container da 40' (feu), con una crescita del +3,7% sul corrispondente periodo del 2014. Il nolo medio per container feu ha subito una notevole contrazione (-14,1%) essendo stato pari a 2.261 dollari rispetto a 2.634 dollari/feu nel secondo trimestre dello scorso anno. La voce dei costi operativi ha beneficiato del rilevante decremento del costo del combustibile che è sceso a 335 dollari/tonnellata rispetto a 579 dollari/tonnellata nel periodo aprile-giugno del 2014. Maersk Line ha registrato EBITDA ed EBIT pari a 998 milioni di dollari (-2,5%) e 530 milioni di dollari (-6,5%) ed un utile netto di 507 milioni di dollari (-7,3%).
APM Terminals, la società che si occupa della gestione dei terminal portuali del gruppo danese, ha concluso il secondo trimestre del 2015 con un utile netto di 161 milioni di dollari su ricavi per 1,03 miliardi di dollari, con cali rispettivamente del -27,8% e del -8,6% sullo stesso periodo del 2014. EBITDA ed EBIT sono stati pari a 206 milioni di dollari (-20,8%) e 185 milioni di dollari (-28,3%). Nel secondo trimestre di quest'anno i terminal dell'azienda hanno movimentato un traffico containerizzato pari a 9,2 milioni di container da 20' (teu) rispetto a 9,8 milioni di teu nel periodo aprile-giugno del 2014.
Nel settore Oil & Gas, la filiale Maersk Oil ha totalizzato ricavi per 1,58 miliardi di dollari (-30,3%) ed un utile netto di 137 milioni di dollari rispetto ad una perdita netta di -1,40 miliardi di dollari nel secondo trimestre dello scorso anno (risultato, quest'ultimo, su cui pesa l'impatto della riduzione del valore per 1,7 miliardi di dollari degli asset brasiliani del gruppo). L'EBITDA è diminuito del -41,1% a 849 milioni di dollari e il risultato operativo è stato di segno positivo per 409 milioni di dollari rispetto ad un EBIT di segno negativo per -662 milioni di dollari nel periodo aprile-giugno del 2014.
Oggi, intanto, APM Terminals ha annunciato la costituzione di una joint venture con la società terminalista colombiana Compañia de Puertos Asociados (Compas S.A.) con lo scopo di operare congiuntamente il terminal multipurpose attualmente gestito dall'azienda sudamericana nel porto di Cartagena. L'accordo prevede che i due partner investano oltre 200 milioni di dollari per l'ammodernamento e l'ampliamento del Cartagena Terminal, interventi che consentiranno di triplicare la capacità di traffico annua dell'impianto (attualmente pari a 250mila container teu 1,5 milioni di tonnellate di merci convenzionali) e che consentiranno l'approdo delle navi più grandi che potranno attraversare il canale di Panama dopo il completamento dei lavori di ampliamento della via d'acqua centroamericana. APM Terminals deterrà il 51% della joint venture.
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