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Il porto di Livorno ha esaminato le possibilità di accrescere il traffico dei prodotti forestali
Nel 2014 questi carichi sono stati pari a 2,1 milioni di tonnellate
13 ottobre 2015
Il porto di Livorno ha esplorato oggi le possibilità di accrescere il traffico dei prodotti forestali, che già oggi è uno dei principali segmenti d'attività dello scalo con un volume movimentato nel 2014 pari a 2,1 milioni di tonnellate di cui 1,4 milioni non unitizzate e 700mila in container, nel corso di uno specifico workshop organizzato dall'Autorità Portuale dello scalo labronico.
«I numeri - ha sottolineato dirigente promozione dell'ente portuale, Gabriele Gargiulo - spiegano più di ogni altra cosa le potenzialità di Livorno. Il porto è sempre di più uno dei punti di riferimento dei paesi del Sud America, come Uruguay, Cile e Brasile, che nel 2014 hanno avuto una incidenza del 56% sulla quota di merce forestale complessivamente movimentata a Livorno. La nostra forza - ha ricordato - è rappresentata dalla relativa vicinanza alle cartiere e dalla disponibilità di magazzini coperti, oltre 200mila metri quadri di aree tra porto e retroporto».
Gianpaolo Vitali dell'IRCRES, l'istituto del Consiglio Nazionale delle Ricerche che ha realizzato con l'authority portuale uno studio dettagliato sulle prospettive di sviluppo di questa tipologia di merce, ha evidenziato le ricadute occupazionali generate dal traffico dei forestali: «più di 500 lavoratori - ha sottolineato - lavorano a tempo pieno nelle varie fasi del ciclo di lavorazione in cui può essere suddivisa la movimentazione del forestale». Si tratta peraltro di una stima per difetto, che non considera l'impatto indiretto generato sul resto dell'economia cittadina dalle imprese portuali coinvolte né prende in considerazione tutti quelli che lavorano nelle cartiere.
I rappresentanti degli operativi hanno rilevato lo squilibrio del traffico tra importazione ed esportazione: i prodotti forestali sono infatti prevalentemente merce sbarcata nel porto di Livorno dalle navi breakbulk, mentre non è prevista attività di esportazione anche se in futuro lo sbilanciamento potrebbe essere ridotto: «l'Italia - ha osservato il vicepresidente dell'associazione degli agenti marittimi livornesi Asamar, Enrico Bonistalli - ha un'eccellenza nella lavorazione della materia prima e può raggiungere livelli alti di qualità sul prodotto finito. L'export diventa una delle sfide per il futuro».
È stata rilevata anche la necessità di adoperarsi per mantenere i traffici esistenti: «abbiamo necessità - ha spiegato la vice presidente per l'Italia della compagnia di navigazione norvegese Grieg Star, Lucia Filippi - di qualità di banchine, con pescaggio adeguato e soprattutto di magazzini doganali nelle vicinanze della banchina per il ricovero immediato della merce, che è sensibile alle condizioni meteo».
Nel suo intervento la presidente dell'associazione degli spedizionieri livornesi Spedimar, Gloria Dari, ha reso noto di avere all'esame assieme all'Autorità Portuale l'ipotesi di ridurre le tasse portuali per la filiera dei prodotti forestali provenienti dall'Unione Europea, con l'obiettivo di rendere il porto Livorno più competitivo rispetto agli scali del Nord Europa. «Speriamo - ha specificato - di riuscire a raggiungere un risultato concreto già per il prossimo anno».
Targe Bock, logistic manager di Fibria, gruppo brasiliano che è uno dei principali attori del mercato dei prodotti forestali, ha confermato il primario ruolo dello scalo labronico in questo settore: «Livorno - ha affermato - è uno dei quattro porti di cui ci serviamo nel Mediterraneo, area strategica cui destiniamo il 25% del nostro carico complessivo. Livorno in prospettiva può diventare il nostro hub model».
Dello stesso avviso Raimond Montt, direttore logistica e trasporti della cilena CMPC, anch'essa tra i principali operatori nel comparto dei forestali e della cellulosa, che ha sottolineato come «n Italia Livorno non abbia competitor che possano metterla in difficoltà, i concorrenti - ha specificato - si trovano in Europa, è con loro che deve fare i conti».
Anche Yari Nieminem della finlandese UPM, primaria azienda dello stesso settore, ha parlato del ruolo strategico di Livorno:«nei primi nove mesi dell'anno - ha reso noto - abbiamo fatto imbarcare per Livorno 144mila tonnellate di merce, contro le 207mila tonnellate complessivamente spedite nel 2014, e le 122mila tonnellate del 2013. Come si può vedere, abbiamo dirottato sullo scalo labronico volumi crescenti di merce, a riprova dell'importanza che il porto riveste per la nostra compagnia».
Tra le proposte avanzate per consentire un ulteriore sviluppo a Livorno di questo segmento di traffico, quella di Giorgio Neri, amministratore delegato della Mar-Ter Neri, società di spedizioni e di attività portuali, prevede «una nuova grande area per i forestali e merci varie sulla sponda Ovest della Darsena Toscana» una volta realizzato il progetto della Piattaforma Europa.
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