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Istanza di Terminal Rinfuse Genova per la proroga di almeno 50 anni della scadenza concessoria
Previsto un investimento complessivo di circa 75 milioni di euro nel porto genovese, di cui circa 17 milioni in opere infrastrutturali
16 novembre 2015
Un'altra istanza presentata da un terminalista del porto di Genova per ottenere una consistente proroga della scadenza concessoria è sul tavolo del presidente dell'Autorità Portuale di Genova, Luigi Merlo, o meglio del suo successore dato che le dimissioni presentate da Merlo, già rinviate, avranno effetto da venerdì prossimo in coincidenza con la visita allo scalo portuale del capoluogo ligure del ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Graziano Delrio.
L'ultima istanza è stata formulata da Terminal Rinfuse Genova (TRGe), che è concessionaria fino al 31 dicembre 2020 di un'area di 135mila metri quadri per la movimentazione di prodotti alla rinfusa, con prevalenza dei combustibili solidi, ma anche di merci breakbulk, project cargo, rotabili e altre tipologie di carichi. Nel 2013 la società, che poco prima era subentrata nella concessione alla Terminal Rinfuse Italia, è entrata a far parte del gruppo Italiana Coke della famiglia Ascheri ( del 1° febbraio 2015).
Terminal Rinfuse Genova è concessionaria di un'area tra i Ponte Rubattino e Ponte ex-Idroscalo e con l'istanza chiede anche l'ampliamento della concessione a Calata Concenter. Nel documento l'azienda specifica che per essere pronta a cogliere le nuove sfide, tra cui quelle proposte delle prospettive di crescita dei traffici e delle esigenze connesse alla diversificazione merceologica già avviata con introduzione di nuove merceologie, come le biomasse e i rifiuti, dovrà potersi dotare «di nuovi ormeggi (sostitutivi - precisa la società - a quelli sottratti alla parte levante di Ponte Rubattino per far spazio al tombamento della Bettolo), riappropriarsi delle aree di stoccaggio all'aperto sospese (sempre per la realizzazione del tombamento della Bettolo) e, non ultimo, vedersi assegnate nuove aree rese disponibili dalla prossima dismissione della centrale termoelettrica dell'Enel (società che è titolare di concessione a Calata Concenter, ndr). A questi presupposti - spiega Terminal Rinfuse Genova - sarà necessario realizzare nuovi magazzini attrezzati, nuovi meccanismi di sbarco e infrastrutture/impianti idonei ad offrire ai clienti la migliore tecnologia applicabile. Le dotazioni infrastrutturali di cui TRGe potrà disporre potranno, pertanto, giocare un ruolo fondamentale nella razionalizzazione delle catene logistiche della distribuzione, favorendo la crescita dei movimenti in import ed export attraverso l'utilizzo del vettore marittimo».
Chiedendo l'estensione della concessione per una durata di almeno anni 50, Terminal Rinfuse Genova precisa che «il periodo di riferimento è stato calcolato sulla base dell'investimento stimato in opere infrastrutturali di circa 17 milioni di euro, rispetto al complessivo investimento di circa 75 milioni di euro». «Tenuto conto che le norme adottate dall'Autorità Portuale ai sensi dell'articolo 10 del decreto ministeriale 19 luglio 1989, e applicabili in ipotesi di riduzione dei canoni demaniali per compensare gli investimenti fatti dai concessionari privati, prevedono come massima aliquota di abbattimento quella del 50% del canone, tenuto altresì conto che le superfici demaniali dell'intero terminal, a regime, sarebbero pari a circa 179.918 metri quadri, per un canone complessivo pari a circa 629.713 euro, secondo i valori attuali individuati nel porto di Genova - precisa Terminal Rinfuse Genova - il massimo abbattimento possibile del canone sarebbe quindi pari a 314.856 euro. L'ammortamento dell'investimento in infrastrutture si avrebbe quindi in un arco temporale non inferiore ad anni 52».
La prossima chiusura della centrale a carbone dell'Enel avrà un impatto sull'attività della Pietro Chiesa, la compagnia portuale dei lavoratori del carbone. A tal proposito nell'istanza la Terminal Rinfuse Genova specifica che «in termini occupazionali i possibili scenari evolutivi dei mercati fanno ben sperare in una inversione di tendenza, rispetto a quella attuale che vede una situazione di sofferenza, quantomeno nell'utilizzo del personale terzo (Pietro Chiesa). Tale personale potrà essere reimpiegato dalla TRGe anche nelle aree di futura dismissione della centrale termoelettrica dell'Enel».
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