- «L'adesione ad un modello di governo più indipendente è un trend in via di sviluppo che sta interessando un numero sempre maggiore di porti europei. In Italia stiamo propendendo, invece, per un modello di governance pubblicistico». Lo ha sottolineato il commissario straordinario dell'Autorità Portuale di Livorno, Giuliano Gallanti, nel corso del seminario sul decreto di “Riorganizzazione, razionalizzazione e semplificazione delle Autorità Portuali” presentato dal ministro per la Semplificazione e la pubblica amministrazione, Marianna Madia, che si è tenuto ieri nella Sala Canaviglia della Fortezza Vecchia di Livorno nell'ambito del programma di incontri promossi dal Livorno Port Center.
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- Il segretario generale della dell'authority portuale di Livorno, Massimo Provinciali, ha illustrato i punti salienti del provvedimento legislativo, che prevede l'istituzione di 15 Autorità Portuali di Sistema (AdSP) al posto delle attuali 24 Autorità Portuali, un Comitato di gestione in sostituzione dei Comitati Portuali, un presidente con mandato quadriennale e con maggiori poteri rispetto al passato che sarà nominato dal ministro d'intesa con il presidente o i presidenti delle Regioni interessate, un “Tavolo di partenariato della risorsa mare” che andrà a sostituire le attuali Commissioni consultive. Inoltre Uffici territoriali al posto delle Autorità Portuali nei porti non sede di Adsp e un tavolo nazionale di coordinamento delle AdSP chiamato a coordinare e armonizzare le scelte strategiche che attengono i grandi investimenti infrastrutturali e quelle di pianificazione urbanistica in ambito portuale, le strategie di attuazione delle politiche concessorie del demanio marittimo nonché le strategie di marketing e promozione sui mercati internazionali.
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- Provinciali ha evidenziato che ciò implica una inversione a 180° rispetto al modello di governance statuito con la legge 84 del 1994, andando nella direzione di una maggiore centralizzazione dei poteri di coordinamento delle Autorità Portuali in capo a Roma e verso una sostanziale riassorbimento delle Adsp dentro un sistema pubblicistico dove i comitati di gestione sono di fatto composti esclusivamente da rappresentanti delle istituzioni.
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- Secondo Gallanti, «non potremo mai fare concorrenza ai porti nord-europei se riduciamo le nostre Autorità Portuali al ruolo di house keeper, di semplici amministratori di condominio. Le Autorità Portuali devono essere, invece, dei cluster manager, e muoversi come veri e propri sistemi logistici».
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- «Non c'è dubbio - ha concordato il professor Maurizio Maresca, esperto di diritto comunitario - che quella che abbiamo oggi non è una revisione organica della legge 84/94, ma un tentativo di riordino in cui si mettono insieme Autorità Portuali grandi con Autorità Portuali più piccole. Molte cose sono cambiate dal '94 ad oggi, in questi anni sono cresciuti di più i porti gestiti come Spa (vedi Rotterdam). Va sicuramente detto - ha rilevato Maresca - che i mercati attuali, per come sono composti, non possono più interfacciarsi più con delle singole Autorità Portuali, ma hanno bisogno di rapportarsi con dei veri e propri sistemi portuali».
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- Pier Paolo Puliafito. professore emerito dell'Università di Genova, ha osservato che i nuovi sistemi logistico-portuali dovrebbero poter includere anche gli interporti e i retroporti, mentre nello schema di decreto non c'è per le Autorità Portuali alcun riferimento alla possibilità, prevista dalla legge 84/94, di partecipare a società anche ai fini della promozione della logistica: «su questo tema - ha sostenuto Puliafito - ho la sensazione che ci sia un deficit di strategia. I porti dovrebbero poter svolgere la funzione di traino all'interno di una catena logistica integrata nella quale siano ricompresi anche gli interporti, ma il testo parla soltanto di deboli forme di raccordo tra porti e retroporti, trattandoli come se dovessero rimanere gli uni distinti dagli altri. L'impostazione dell'articolo 6, comma 4, lettera f, della riforma - ha sottolineato - appare debole».
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- Per il segretario generale di Assoporti, Polo Ferrandino, «appare condivisibile ancorare le Adsp ai corridoi del TEN-T Network. Ma - ha chiarito - se vale la classificazione di fatto discendente dalla rete del Transport Network, non si vede quale sia la ragione che ha spinto il legislatore a mantenere anche la seconda classificazione ex articolo 4 della legge 84/94».
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- Il presidente di Assiterminal, Marco Conforti, ha evidenziato l'esclusione degli operatori portuali dai Comitati di gestione previsti in sostituzione degli attuali Comitati Portuali: «prendiamo atto - ha precisato - che c'è stata una decisione politica chiara: ma - ha aggiunto - chiediamo che si stabiliscano regole chiare su come devono funzionare i Tavoli di partenariato. Non è giusto - ha sottolineato Conforti - che i terminalisti, che investono svariati di milioni di euro per l'equipment di una infrastruttura, contino quanto chiunque altro».
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- Auspicando il varo definitivo della nuova normativa in materia portuale, il capogruppo della Commissione Trasporti e infrastrutture del Senato, Marco Filippi, si è però anche augurato che «durante il percorso che porterà all'approvazione della riforma in Consiglio dei ministri vengano fatte delle correzioni». In particolare, Filippi ha fatto riferimento alla possibilità di far presiedere il Tavolo di coordinamento nazionale dal ministro, alla necessità di valorizzare il ruolo di Assoporti e alla opportunità di integrare porti, interporti e retroporti in una visione di insieme.
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