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La Spezia Port Service, le polemiche sui traffici portuali inquinanti sono basate spesso su considerazioni del tutto infondate
Fontana: gli operatori portuali sono pronti a impegnarsi in prima persona e a svolgere una funzione di garanzia
25 febbraio 2016
La Spezia Port Service, nuova organizzazione che è stata costituita dalle locali associazioni degli agenti marittimi, degli spedizionieri e dei doganalisti a rappresentanza della comunità portuale spezzina, interviene sulla questione delle attività ritenute inquinanti che si svolgono nel porto cittadino, querelle incentrata in questi giorni sulle autorizzazioni rilasciate allo stoccaggio di ceneri di carbone nello scalo portuale.
Sottolineando che gli operatori portuali di La Spezia sono pronti a impegnarsi in prima persona e a svolgere una funzione di garanzia per uno sviluppo eco-compatibile del porto, il rappresentante di La Spezia Port Service, Andrea Fontana, evidenzia che «non ha senso dividersi e contrapporsi, non ha senso giocare con tensioni ambientaliste che sono del tutto infondate; non ha senso ed è pericoloso che a farlo siano istituzioni che dovrebbero essere consce e consapevoli di quanto pericolose potrebbero essere le reazioni a catena che dichiarazioni avventate potrebbero innescare». Per Fontana, a La Spezia «si è montato un caso per materiali che non vengono a contatto con l'ambiente in quanto - spiega - passano da stive a silos ermeticamente chiusi tramite un impianto di pompaggio pneumatico in piena sicurezza esattamente come avviene in tutti i porti italiani».
Secondo La Spezia Port Service, «le polemiche e le contrapposizioni di questi giorni, basate spesso su considerazioni del tutto infondate circa la non compatibilità ambientale di talune tipologie di traffico, al contrario iper-sicure, rischiano di produrre fratture fra porto e città di cui oggi l'economia, sia della città che del porto, non hanno proprio bisogno».
L'organizzazione della comunità portuale spezzina conclude rimarcando che «gli operatori portuali sono cittadini di La Spezia, hanno famiglie, figli e nipoti che vivono in città. Sono quindi pienamente titolati e responsabili a fornire anche ai loro concittadini garanzie di una “pacifica convivenza” fra città e porto».
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