- Pur affermando che restano ferme le competenze di tutti i soggetti associativi del cluster marittimo e portuale, incluse quelle della Federazione del Mare, la Federazione del Sistema Marittimo Italiano nata nel 1994 con lo scopo di rappresentare il comparto marittimo nazionale, la proposta lanciata oggi da Gian Enzo Duci, neo presidente della Federazione Nazionale Agenti, Raccomandatari Marittimi e Mediatori Marittimi (Federagenti), sembra indirizzata a conferire all'organizzazione da lui guidata il ruolo oggi svolto proprio dalla Federazione del Mare, di cui la stessa Federagenti fa parte.
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- Duci ha infatti candidato Federagenti ad assumere un ruolo di raccordo e conciliazione dei conflitti fra i diversi soggetti associativi del settore. «Uniti e non conflittuali per costruire un'Italia logistica in grado di affrontare davvero e non solo a parole le sfide e le opportunità del futuro» è lo slogan dell'iniziativa.
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- «Il nostro settore - ha spiegato Duci - è posto di fronte a una duplice sfida; da un lato quella posta in essere da una crisi prolungata e quindi da trasformazioni mai così rapide come oggi; dall'altro, quella generata da una sovrapposizione sul mercato di ruoli e di funzioni che rischiano pressoché quotidianamente di generare conflitti di competenza fra gli operatori del settore. Il risultato che sta emergendo è quello di profonde crepe all'interno di quello che veniva chiamato il cluster marittimo e portuale e contrapposizioni conflittuali fra associazioni che per altro non hanno trovato in questi anni, al di là di dichiarazioni e occasioni più di forma che di sostanza, un comune denominatore e una sede effettiva nella quale risolvere i loro conflitti e remare nella stessa direzione».
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- Secondo il neo presidente degli agenti marittimi italiani, Federagenti ha oggi, e in parte le ha conquistate sul campo, tutte le caratteristiche inclusa una credibilità istituzionale per fungere da cerniera e da raccordo fra soggetti come Confitarma, Confetra e Confcommercio. «Non cerchiamo leadership», ha sottolineato Duci. «È anzi - ha precisato - l'esatto contrario: ci poniamo in una posizione di servizio sia perché non possiamo permetterci di assistere passivamente a un inasprimento dei contrasti in atto, sia perché di fronte all'impegno, del tutto nuovo e anomalo rispetto al passato, che caratterizza questo governo nei settori della logistica e della portualità, non possiamo certo assistere passivamente al cambiamento, buttando a mare il contributo che le nostre esperienze e le nostra professionalità potrebbero fornire e sacrificandole invece sull'altare di singoli interessi di area o categoria».
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- Duci ha specificato che «Federagenti intende promuovere un tavolo di confronto a porte chiuse e “a riflettori spenti”, dove svolgere un'opera di conciliazione e dove affrontare uniti le vere problematiche che il mercato internazionale impone oggi come emergenze».
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- Non sarà, quello intrapreso da Duci, un tentativo di appropriarsi del ruolo della Federazione del Mare, ma certo l'affermazione del neo presidente di Federagenti secondo cui la Federazione del Sistema Marittimo Italiano «negli anni ha assunto caratteristiche più riflessive e teoriche» pare un'espressa critica all'efficacia dell'azione svolta dall'organismo che dovrebbe rappresentare il cluster marittimo italiano.
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