- Dopo l'esito del referendum di ieri con cui la maggioranza dei cittadini del Regno Unito ha deciso l'uscita dall'Unione Europa, oggi le istituzioni dell'UE hanno sollecitato Londra ad attivare prontamente la procedura di recesso, mentre i rappresentanti degli operatori britannici più coinvolti negli scambi con l'estero hanno esortato il loro governo alla cautela.
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- In una dichiarazione congiunta Martin Schulz, presidente del Parlamento europeo, Donald Tusk, presidente del Consiglio europeo, Mark Rutte, presidente di turno del Consiglio dell'UE, e Jean-Claude Juncker, presidente della Commissione Europea, hanno confermato di attendersi che ora «il governo del Regno Unito dia esecuzione quanto prima alla decisione del popolo britannico, per quanto doloroso possa essere tale processo. Ogni ritardo - hanno rilevato - finirebbe infatti per prolungare inutilmente l'incertezza. L'Unione - hanno ricordato - è dotata di regole per gestire questa situazione in modo ordinato. L'articolo 50 del trattato sull'Unione europea stabilisce la procedura da seguire nel caso in cui uno Stato membro decida di lasciare l'Unione Europea».
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- «Siamo pronti - hanno precisato i rappresentanti delle istituzioni europee - ad avviare in tempi rapidi i negoziati con il Regno Unito per definire i termini e le condizioni della sua uscita dall'Unione Europea. Ma fino alla conclusione di tali negoziati il Regno Unito rimarrà membro dell'Unione europea, con tutti i diritti e gli obblighi che ne derivano. Conformemente ai trattati che il Regno Unito ha ratificato, il diritto dell'UE continuerà ad applicarsi integralmente al e nel Regno Unito fino a quando il paese cesserà di essere membro dell'UE».
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- «Per il futuro - hanno concluso Schulz, Tusk, Rutte e Juncker - speriamo che il Regno Unito possa rappresentare un partner stretto dell'Unione Europea e ci aspettiamo che il Paese formuli proposte concrete in tal senso. Ogni accordo che sarà concluso con il Regno Unito in quanto paese terzo dovrà tenere conto degli interessi di entrambe le parti ed essere equilibrato in termini di diritti e obblighi».
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- Dall'altra sponda del Canale della Manica è giunta l'esortazione al governo di Londra di ponderare tutte le azioni da intraprendere. Riferendosi al tempo previsto per l'uscita del Regno Unito dall'UE David Wells, direttore della Freight Transport Association (FTA), importante associazione che rappresenta gli interessi degli operatori britannici del commercio e del trasporto, ha sottolineato che «il governo ha due anni per garantire che le condizioni attualmente imposte ad altri Stati non membri dell'UE, come l'Albania e la Serbia, non siano imposte ai flussi di merci del Regno Unito. Norvegia e Svizzera - ha evidenziato Wells - hanno accordi migliori, ma hanno accettato condizioni difficili, tra cui la libera circolazione delle persone, quindi questa - ha rilevato - sarà una trattativa difficile».
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- «Anche se stiamo uscendo politicamente dall'Europa - ha proseguito Wells - questa rimane il nostro principale mercato di esportazione e l'origine della quota più elevata delle nostre importazioni. Non possiamo permettere che nuovi oneri burocratici ostacolino l'efficienza delle esportazioni destinate ai clienti e le merci importate destinate per ai consumatori britannici».
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- «La Gran Bretagna - ha concluso Wells - può essere fuori dall'Europa, ma non è fuori dal mercato e FTA sarà alla testa di una campagna per conto degli esportatori e degli importatori affinché le procedure commerciali continuino ad essere semplici e i costi del trasporto internazionale diminuiscano».
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- Anche la British International Freight Association (BIFA), l'associazione a cui fanno capo i rappresentanti della merce, ovvero le case di spedizione, ha manifestato preoccupazione per le conseguenze dell'esito del referendum sugli scambi commerciali del Regno Unito. La BIFA ha annunciato che si adopererà affinché l'uscita dall'UE non determini un sovraccarico di procedure sui traffici di import-export britannici. «La BIFA - ha spiegato il direttore generale dell'associazione, Robert Keen - è un organismo neutrale e ora prenderà in esame le modalità con cui possiamo sostenere i nostri associati dato che le prossime modifiche legislative diventeranno chiare tra oggi, il giorno in cui il Regno Unito d' formalmente avvio alla procedura di recesso, e la data effettiva di uscita della nazione».
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- «Oggi - ha aggiunto Keen - il Regno Unito è ancora un membro della UE ed è troppo presto per iniziare a speculare su quale sarà il risultato di più di due anni di negoziati in materia di accordi commerciali e di circolazione delle merci. Noi - ha confermato - faremo in modo che coloro che saranno incaricati dei negoziati riconoscano il ruolo fondamentale che i servizi di spedizione delle merci dei nostri associati, incluse le procedure doganali, giocano nel garantire il fluire degli scambi commerciali del Regno Unito con l'Europa».
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